Covid, Briatore ricoverato a Milano. Nuovo focolaio nel Trevigiano
L’imprenditore è arrivato nella struttura ospedaliera manifestando sintomi di polmonite ed è stato subito sottoposto ad accertamenti nel reparto solventi. Il tampone rapido a cui è stato sottoposto ha confermato l’infezione da Sars-Cov2.
Dopo la notizia del ricovero, diffusa da diversi media, il suo staff ha reso noto che Briatore si trova all’istituto di via Olgettina da domenica sera, dopo aver accusato una leggera febbre e sintomi di spossatezza.
L’imprenditore, si legge nel comunicato, “è stato sottoposto a un check up generale e resta sotto controllo medico”. Le sue condizioni “sono assolutamente stabili e buone”.
Nei giorni scorsi Briatore ha portato avanti una dura polemica contro il governo e il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, riguardo alle ordinanze di chiusura delle discoteche, compreso il suo Billionaire di Porto Cervo, per il quale la stagione era già finita il 17 agosto.
La movida della costa gallurese, e le serate nel suo locale, tornano ora in primo piano perché sono sono risultati infetti 63 dipendenti su un totale 90 tamponi effettuati.
Intanto un nuovo focolaio spaventa il Trevigiano. Centottantadue dipendenti dello stabilimento agroalimentare Aia di Vazzola, sono risultati positivi al coronavirus, su 560 tamponi eseguiti. Il cluster, che si è iniziato a sviluppare qualche giorno fa, è oggi arrivato a sfiorare i 200 casi.
Tutti, si apprende al termine di un vertice in prefettura, sono asintomatici e in quarantena. Diciotto dei positivi, riporta Treviso Today, erano di rientro dalle vacanze all’estero.
Per affrontare la gestione del focolaio la prefettura di Treviso, insieme alle organizzazioni sindacali, le autorità sanitarie e municipali di Mazzola, ha deciso di ridurre la produzione del 50%, distanziando le postazioni operative e diminuendo il numero dei lavoratori per turno.
Ma non chiudendo l’impianto, ipotesi ventilata nelle ultime ore. L’interruzione dell’attività di macellazione, è stato infatti sottolineato, comporterebbe l’abbattimento di circa 1,5 milioni di capi di pollame, evento che avrebbe ripercussioni non semplici sul fronte igienico sanitario.