Covid, effetti negativi sulle regioni italiane per 10 anni: negli enti locali un buco da 23 miliardi
L’impatto della pandemia da Coronavirus rischia di produrre effetti negativi sulle regioni italiane per i prossimi 10 anni e di rendere ancora più profonde le differenze già esistenti fra le regioni europee. La stima arriva dal Comitato delle Regioni Ue ed è contenuta nel suo ultimo barometro pubblicato in occasione della settimana europea delle città e delle regioni. In Italia, a rischiare di meno nel breve periodo è solo il Friuli-Venezia Giulia, in fascia arancione come l’Austria e altri Stati del Nord Europa. La regione si distingue infatti per stime migliori rispetto al resto della penisola, che agli occhi del barometro appare interamente in rosso a causa delle conseguenze dell’epidemia.
“La pandemia avrà degli effetti a lungo termine sulle strutture socio-economiche delle regioni europee”, si legge nell’analisi. Lo stesso studio rassicura però sul fatto che sul medio termine (fino a 10 anni) l’impatto delle restrizioni diminuirà in maniera significativa e il fatto che le conseguenze possano farsi sentire ancora a lungo dipende “dalle caratteristiche strutturali di un’area e dalla velocità della ripresa dei settori più colpiti“.
A contribuire al calcolo delle stime sono diversi parametri. A cominciare dal turismo, dall’occupazione nel settore alberghiero, dell’accoglienza e della cultura, dal numero di Neet – ovvero i giovani che non studiano e nemmeno cercano lavoro – con bassi livelli di educazione e un alto rischio di povertà, per finire con la qualità dei governi. Il Comitato delle Regioni Ue, in particolare, lancia un allarme relativo agli enti locali italiani.
Sembra infatti che la pandemia abbia lasciato un buco da 22,8 miliardi nelle loro casse.
Un impatto pesantissimo, il peggiore di tutte le amministrazioni europee, preceduto soltanto dalla Germania che, avendo registrato un buco da quasi 112 miliardi, è in una situazione post pandemica ancora peggiore di quella italiana. Si tratta di effetti negativi prodotti dalle maggiori spese da sostenere per far fronte all’emergenza Covid e dalle mancate entrate dovute alla crisi generale del lavoro e della produzione. Se si prende in esame l’intero contesto europeo, gli effetti negativi appaiono mostruosi e per il momento insanabili nel breve termine.
Gli enti locali europei complessivamente hanno subito un danno da 180 miliardi di euro, pari alla somma delle maggiori spese dovute alla pandemia (125 miliardi) e delle mancate entrate (55 miliardi). Tutto questo, ha avvertito il presidente del Comitato, Apostolos Tzitzikostas, “potrebbe portare a tagliare i servizi pubblici, a meno che non arrivino urgentemente più risorse da fondi Ue e nazionali per sostenere progetti e programmi locali”. Oltre a Germania e Italia, le perdite maggiori si sono registrate a Cipro (25%), Bulgaria e Germania (15%). Mentre le più basse in Romania, Danimarca, Grecia, Ungheria ed Estonia (non oltre il 2%).