Covid: si va verso il nuovo Dpcm. Quarantena di 10 giorni e più controlli
Il Comitato tecnico scientifico, ha fornito le prime indicazioni sulle nuove norme anti Covid: tra cui una quarantena più breve di 10 giorni, rispetto ai 14 di prima, aumento delle precauzioni e più controlli, ma sui dettagli il governo sta ancora lavorando e il nuovo Dpcm potrebbe vedere la luce stasera o nei prossimi giorni. L’obiettivo è quello di evitare un lockdown o misure che portino un danno economico eccessivo, tutelando la salute.
Chiarito il nodo mascherine: (obbligatorie per camminare, non per correre) si valuta l’entità della stretta sulle feste private, sui locali e gli spettacoli. Escluse restrizioni a scuola, più statali in smart working. Il ministro Boccia riunisce la cabina di regia con le Regioni. Speranza: ‘potranno imporre al bisogno norme più restrittive’, non il contrario. E il ministro Di Maio annuncia: ‘le prime dosi di vaccino entro fine anno’.
Dunque gli asintomatici che non riescono a negativizzarsi, dopo 21 giorni avranno comunque concluso la quarantena e saranno “liberi”. Il protocollo definito prevede dieci giorni di quarantena e un tampone molecolare. Se l’esito è positivo, il soggetto dovrà effettuare altri sette giorni di isolamento al termine dei quali si sottoporrà nuovamente al test. In caso di nuova positività, dovrà rimanere ulteriori quattro giorni in quarantena e poi effettuare un ultimo tampone molecolare. Anche in caso di positività sarà comunque “libero”: studi internazionali affermano infatti che dopo venti giorni la carica virale è talmente bassa che il soggetto non è più in grado di infettare.
L’altro aspetto sanitario esaminato nel corso della riunione del Cts riguarderebbe l’autorizzazione dei tamponi molecolari e antigenici anche per i “contatti”. I test potrebbero essere realizzati dai medici di famiglia e dai pediatri ove possibile.
Ospite a ‘Che tempo che fa’ su Rai3, il ministro della Salute Robero Speranza, ha detto “no ad un nuovo lockdown nazionale”. Le Regioni avranno la possibilità di agire soltanto su norme più restrittive, ma “siamo costretti a stringere le maglie dopo settimane di misure che allargavano. Un cambio di marcia con interventi puntuali su alcune aree più a rischio per rimettere la curva sotto controllo e per non assumere misure più dure, e giocare d’anticipo”. I contagi in Italia sono aumentati ma sono inferiori ad altri Paesi. In un giorno la Francia ha avuto +27mila contagi”.
Stop alle feste private e più controlli. Ci sono delle “cose essenziali ed altre no”, ha spiegato Speranza.
Riferendosi ad alcune misure che lunedì saranno oggetto di confronto con le Regioni per poi essere recepite nel nuovo Dpcm, il ministro della Salure ha annunciato anche interventi sugli sport dove non è possibile usare mascherine o mantenere le distanze.
“Test antigenici in scuole e studi medici”. “Stiamo lavorando per provare ad aprire anche l’opportunità di un utilizzo negli studi dei medici generali e questo potrebbe essere chiaramente un grande passo in avanti”, ha proseguito il ministro. “E’ stato fatto un lavoro straordinario. Si raddoppieranno i drive-in nel Lazio a partire da lunedì, c’è un lavoro importante di rafforzamento della nostra rete territoriale”. Sul piano dei reagenti, “il problema è stato risolto dal commissario Arcuri già da diversi mesi. È chiaro che dobbiamo continuare a lavorare su questo terreno, a marzo e ad aprile si facevano circa 30mila tamponi ora siamo a 130mila al giorno”.