Covid, stabile intensive 6% in Italia, un anno fa 28%. Costa: “7 milioni ancora senza terza dose”
Secondo i dati del monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali aggiornati a ieri e messi a confronto con quelli rilevati esattamente un anno fa l’occupazione dei posti in terapia intensive da parte di pazienti Covid-19 in Italia è ferma al 6%, a differenza del 28% che si registrava esattamente il 6 marzo del 2021. E’ inoltre stabile al 14% la percentuale di posti letto in area non critica che, un anno fa era più del doppio ossia il 32% e con un trend in crescita. Rallenta anche il calo dei contagi e grazie alle vaccinazioni il numero di casi gravi e decessi resta contenuto. Da oggi il Trentino e l’Abruzzo tornano in zona bianca mentre l’indice di positività aumenta ancora in Campania.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della statale di Milano all’AdnKronos, dichiara che malgrado il rialzo dei contagi, +14,5% di positivi registrato in una settimana, non avremo un nuovo picco ma serve comunque meno rilassatezza. “Il rialzo dei contagi Covid non deve allarmare. Può essere che un po’ di rilassatezza abbia favorito la diffusione, ma del resto abbiamo ancora un milione di positivi, è chiaro che condizioni di diffusibilità ci sono. Vediamo l’effetto complessivo sul medio periodo ma – tranquillizza Pregliasco – non credo che avremo un picco. C’è una progressione di miglioramento ma non così repentina.
Il numero dei morti sta scendendo – sottolinea – e questo è l’elemento più bello. Avremo magari qualche contagio in più ma non casi gravi, la vaccinazione, soprattutto quella con tre dosi, si sta dimostrando molto efficace”.
Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo ai microfoni del programma ‘l’Italia s’e’ desta’, condotta su Radio Cusano Campus afferma: “Con i dati della pandemia in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del COVID, che è un problema tutt’altro che risolto“.
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, ospite di ‘Tg2 Italia’ ricorda però che ci sono ancora 7 milioni di cittadini che devono ancora ricevere la terza dose di vaccino. “I numeri migliorano di giorno in giorno, ma abbiamo ancora 7 milioni di cittadini che devono ricevere la dose di richiamo e crediamo che sia un’operazione fondamentale. Le evidenze scientifiche ci dicono che la terza dose ci protegge dalle conseguenze gravi del coronavirus. Sul versante dei vaccini – sottolinea Costa – c’è un’adesione positiva a Novavax che confidiamo convincerà nei prossimi giorni i cittadini scettici”.
Ha intanto preso il via una nuova indagine rapida per mappare il grado di diffusione delle varianti di preoccupazione e di altre varianti di SarS-CoV-2 in Italia, coordinata dall’Istituto superiore di sanità con il supporto dalla fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome. E’ quanto prevede una circolare del direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. La flash survey prenderà in considerazione i campioni dai casi notificati oggi, da analizzare tramite sequenziamento genomico. Le Regioni dovranno inviare i dati entro il 16 marzo.