Crisi idrica: 3 milioni e mezzo di italiani a rischio siccità
Rischio siccità per 3,5 milioni di italiani. E’ questo l’allarme lanciato dall’Associazione Nazionale dei Consorzi di bacino. “Dati alla mano, è lecito ritenere che l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata“, ha spiegato il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi, citando i dati di uno studio del Cnr. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive infatti in territori esposti ad una siccità severa od estrema.
“Le temperature miti del mese in corso fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente” si legge ancora nella nota dell’Anbi secondo cui è drammatica la condizione del fiume Po che, lungo tutta l’asta, registra portate al di sotto del minimo storico ed ovviamente inferiori al 2022. Segnali di sofferenza idrica anche nel Centro Italia: la decrescita di livello del Tevere è costante e la portata dell’Aniene è meno della metà della media storica; in calo anche i fiumi Sacco e Liri. Il lago di Bracciano resta ad un livello più basso di 14centimetri rispetto all’anno scorso. Anche in Campania calano i livelli dei fiumi mentre i volumi negli invasi artificiali della Basilicata subiscono una piccola contrazione.
Crescono ulteriormente le riserve d’acqua invasata nei serbatoi nel Nord della Puglia. Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi dice: “Accade che al Sud si sia costretti a rilasciare in mare quantitativi d’acqua, esuberanti le capacità degli invasi e che al Nord si capitalizzi solo una piccola parte del già iniziato scioglimento delle nevi. Questo, non solo di fronte alle immagini di autobotti già in azione nel Piemonte, ma ad allarmanti segnali provenienti da altre zone d’Europa: dalla Francia, dove si è alla vigilia del razionamento idrico in alcune zone del Paese, alla Gran Bretagna, dove è già iniziato il contingentamento negli acquisti di alcuni prodotti agricoli. È dunque necessario dare il via ad interventi per aumentare le riserve d’acqua: dall’efficientamento delle opere esistenti alla realizzazione di nuovi bacini multifunzionali, come previsto dal Piano Laghetti, proposto da Anbi e Coldiretti”
Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin rende noto che è stato costituito a palazzo Chigi un Tavolo di lavoro sulle crisi idriche: “Nell’ambito delle misure Pnrr rientrano gli investimenti per la realizzazione di un Sistema Avanzato ed Integrato di Monitoraggio e Previsione (Sim) e gli investimenti relativi al Piano invasi, al fine di incrementare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e la resilienza delle reti. All’interno del Distretto del fiume Po – ha sottolineato il ministro – quello maggiormente colpito in queste annualità dai fenomeni di scarsità idrica, sono stati finanziati 21 progetti per una somma di oltre 480 milioni di euro, nella maggior parte ricadenti nelle sezioni “Acquedotti e Invasi” del Piano nazionale settore idrico”.