Crollo del ponte Morandi: tutti a giudizio i 59 indagati. Patteggiamento per Aspi e Spea
Crollo del ponte Morandi a Genova. Sono stati tutti rinviati a giudizio i 59 indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta il 14 agosto 2018 e costata la vita a 43 persone. Il processo si aprirà il 7 luglio. Tra gli indagati figura anche l’ex ad di Aspi, Giovanni Castellucci. La decisione è stata annunciata dal gup Paola Faggioni, dopo oltre un’ora e mezza di camera di consiglio e al termine di quasi 5 mesi di udienza preliminare.
Le accuse a vario titolo: vanno da omicidio colposo plurimo, a omicidio stradale, disastro colposo, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Si tratta di un passaggio cruciale della vicenda. Prima di arrivare alle richieste di rinvio a giudizio, ci sono stati due incidenti probatori: uno sullo stato del viadotto al momento della tragedia, l’altro sulle cause del crollo. Le udienze sono andate avanti anche durante la pandemia, con l’allestimento di un’apposita tensostruttura antistante il palazzo di giustizia, capace di ospitare fino a 200 persone tra parti civili, imputati, avvocati.
Tre i filoni d’inchiesta. Dalle indagini sul crollo, sono partiti altri tre filoni d’inchiesta: uno sui falsi report sui viadotti, un secondo sulle barriere fonoassorbenti pericolose e, infine, un terzo sui falsi report sulle gallerie. In questi procedimenti gli indagati sono circa 40, molte le persone coinvolte anche nel fascicolo sul crollo del Morandi. I tre filoni sono stati poi accorpati in un solo fascicolo ed entro l’estate verranno chiuse le indagini.
Patteggiamenti per Autostrade per l’Italia e Spea. Al termine dell’udienza preliminare per il crollo del Ponte Morandi, il gup Faggioni ha poi accolto le richieste di patteggiamento presentate da Autostrade per l’Italia e da Spea, l’ex controllata che si occupava delle manutenzioni. Aspi e Spea pagheranno circa 30 milioni di euro uscendo dal processo.