Delitto Milano, tranviere: “lei aveva in mano coltello, ho reagito”
Jessica Valentina Faoro, la 19enne trovata morta ieri (mercoledì 8 Febbraio) in un appartamento di Milano, prima di essere uccisa ha cercato di difendersi. Lo ha dichiarato al pm Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni accusato di aver assassinato la giovane e di aver cercato di bruciarne il corpo. “Ho rigirato il coltello che aveva in mano contro di lei e l’ho colpita allo stomaco”.
Dopo il primo colpo allo stomaco della ragazza Garlaschi le ha inferto altre coltellate al petto, nei cui confronti il pm Roveda ha firmato un provvedimento di fermo, una trentina di pagine.
Poi, è ricostruito nell’atto, le ha dato fuoco alla parte inferiore del corpo nel tentativo di sbarazzarsi del cadavere della giovane, mamma di una bimba che le è stata tolta dal Tribunale dei Minorenni, e che a casa dell’uomo e della moglie aiutava sbrigando alcune incombenze domestiche in cambio di un posto letto. L’uomo è stato interrogato fin a notte fonda e poi è stato trasferito a San Vittore.
Alessandro Garlaschi si trova da questa notte nel centro osservazione neuropsichiatrica all’interno del centro clinico del carcere ed è sorvegliato a vista.
La 19enne aveva opposto resistenza ai suoi approcci. L’ossessione per le giovanissime di Garlaschi prevedeva una strategia che, per completare il corteggiamento, si chiudeva con una gita in centro. E con tappe nei negozi come il famoso ottico vicino al Castello Sforzesco dove Alessandro Garlaschi e Jessica Valentina Faoro – assassino e vittima – sono entrati insieme alle 18.32 di martedì. Lui le ha regalato delle lenti a contatto, come in precedenza, ad altre ragazzine, aveva regalato occhiali e montature sfruttando la convenzione del negozio con l’Atm, l’«azienda» dove l’assassino, un tranviere, ha lavorato, ed è stato via via licenziato, riammesso dopo aver vinto una causa, infine sospeso per la frequenza degli incidenti provocati. Quelle lenti sono state l’ultimo dono del killer alla vittima.
Dopo l’acquisto dall’ottico, i due sono tornati nell’appartamento del 39enne. Secondo i primi accertamenti, l’omicidio deve essere collocato intorno alle 3.30 della notte tra martedì e ieri. Alle 6, Garlaschi ha chiamato l’Atm per avvertire che non sarebbe andato al lavoro. Quella telefonata gli è servita probabilmente per prendere tempo visto che da quanto si deduce aveva già ammazzato Jessica Valentina ma ancora non sapeva come liberarsi del cadavere.
L’ipotesi principale è quella di un approccio sessuale improbabile e degenerato. Per molte ore, chiuso in quell’appartamento, Garlaschi, sposato (sulla moglie e su un suo eventuale ruolo sono ancora in corso gli accertamenti) ha cercato di darle fuoco, con dell’alcol, quindi di metterlo dentro un borsone, e per questo avrebbe fatto anche un iniziale scempio del cadavere.