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Ancora un’aggressione omofoba. Ancora in Italia. Ancora vittime di una “mascolinità tossica” e di “comportamenti menefreghisti” nei confronti della “diversità”. Lo spiacevole episodio, questa volta, è avvenuto a
Padova ai danni di una
coppia di due giovani, un
21enne originario di Mestre e un
26enne di Padova,
aggrediti e insultati da branco per essersi baciati mentre, mano nella mano, percorrevano il centro della città. Un gruppo formato da quattro ragazzi e due ragazze si è avvicinato alla coppia e ha cominciato a picchiare.
Ferito anche un amico dei due giovani che, intervenuto per difenderli, è stato colpito alla testa con un bicchiere di vetro e si è dovuto sottoporre alle cure dei sanitari per suturare la ferita.
Il giovane ferito e i due ragazzi hanno formalizzato la denuncia e hanno raccontato l’aggressione omofoba, accaduta venerdì 18 settembre, con un
video sui social. Secondo il loro racconto, a scatenare il branco sarebbe stato il bacio che i due si sono scambiati nelle vie del centro, nei pressi di Piazza delle Erbe. A intervenire sono stati per primi i vigili urbani che presidiano la sede del Comune e successivamente i carabinieri. Gli investigatori stanno visionando le immagini delle telecamere per identificare i componenti del gruppo.”Abbiamo deciso di raccontare quello che è avvenuto perché
siamo stanchi di dover far fronte a episodi omofobi. Vogliamo fare in modo che queste manifestazioni di odio e discriminazione non ci siano più” raccontano le due vittime nel video diffuso sui social. “Mi viene da pensare anche al giovane
Willy – aggiunge uno dei due –
ucciso dalla mascolinità tossica e da questi comportamenti menefreghisti di fronte alla collettività e alla diversità. E’ giunto il momento di dire basta”.
Immediata la solidarietà del sindaco di Padova Sergio Giordani. “Nella speranza che vengano al più presto individuati i responsabili – ha detto il primo cittadino – va ribadito che Padova è una città libera che non tollera prevaricazioni. Va confermato l’impegno a ogni livello per combattere ogni discriminazione e forma di violenza anche con adeguati strumenti normativi”.
Un episodio, solo l’ultimo di una lunga e preoccupante serie, che dimostra come la legge contro l’omotransfobia e la misoginia non sia davvero più rinviabile.