Escherichia coli, in Romagna i valori rientrano alla normalità
I parametri del batterio Escherichia Coli nel mare della riviera emiliano-romagnola sono rientrati nei limiti in tutti i punti dove si erano registrate anomalie. Ad annunciare il ritorno alla normalità è stato l’assessore all’Ambiente dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, in una conferenza stampa sul tema. Nel pomeriggio saranno emesse le ordinanze dei sindaci per il ritiro delle ordinanze di divieto temporaneo di balneazione.
La situazione è “anomala” per Arpae secondo la quale “le ipotesi possibili sono rappresentate da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine”. I campionamenti sono in corso e hanno già dato qualche responso positivo, tanto che 6 zone di mare, nell’area di Rimini, Cervia e Bellaria-Igea Marina sono rientrate nei limiti normativi. Il comune di Rimini, però, ha messo a disposizione le proprie analisi che non rivelerebbero alcun superamento dei limiti di legge.
In un commento Patrizia Laurenti, associato di Igiene presso l’Università Cattolica di Roma, spiega che Escherichia coli è un indicatore ormai ben consolidato di rischio per la salute, la sua concentrazione nelle acque rappresenta un indice per stimare il reale rischio igienico-sanitario delle acque: quando la sua presenza aumenta oltre i limiti, infatti, vi è il rischio concreto che in acqua vi siano altri patogeni molto pericolosi batteri come le salmonelle, campylobacter, i virus delle epatiti, norovirus, rotavirus. Per questo è fondamentale rispettare i divieti di balneazione.
“Il superamento dei limiti – spiega – rende le acque non balneabili in base alla legge vigente perché le concentrazioni di Escherichia sono usate come parametro che ci dà informazione sulla effettiva sicurezza igienico-sanitaria delle acque”. “Escherichia, ribadisce Laurenti, è un indicatore del rischio di presenza di altri patogeni con lo stesso circuito di trasmissione oro-fecale”. Il livello di questo indicatore si può alzare per difetti di depurazione delle acque di scarico o per condizioni ambientali (come le alte temperature) che fanno aumentare la carica batterica”.