Femminicidio, una ogni tre giorni. Il lockdown come una trappola
Sono 91 le donne uccise nei primi dieci mesi del 2020: una ogni tre giorni. Questi i dati drammatici del rapporto Eures sul femminicidio in Italia.
Si mostra una leggera flessione rispetto alle 99 vittime dell’anno scorso: a diminuire sono tuttavia soltanto i decessi legati alla criminalità comune (da 14 ad appena 3 nel periodo gennaio-ottobre 2020), mentre risulta sostanzialmente stabile il numero dei femminicidi cosiddetti “familiari” (da 85 a 81).
Il lockdown è diventato un ‘acceleratore’ del femminicidio: le misure restrittive imposte dall’emergenza pandemica hanno infatti fortemente modificato i profili di rischio del fenomeno: il rapporto di convivenza, già prevalente nel 2019 (presente per il 57,6% delle vittime), ha raggiunto il 67,5% attestandosi addirittura all’80,8% nel trimestre del dpcm ‘Chiudi Italia’ quando ben 21 delle 26 vittime di femminicidio in famiglia convivevano con il proprio assassino. La coppia continua a rappresentare quindi il contesto relazionale più a rischio per le donne, con 1.628 vittime tra le coniugi, partner, amanti o ex partner negli ultimi 20 anni.
Il premier Giuseppe Conte in un messaggio per la presentazione del rapporto “Un anno di Codice Rosso” ha dichiarato: “Alcuni dati mostrano che qualcosa comincia a funzionare meglio che in passato ma siamo consapevoli che il Codice Rosso non è la panacea. I dati sui dati dei femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo“. “Il Codice – ha aggiunto il presidente del Consiglio – è solo un tassello fondamentale importantissimo che riguarda il momento in cui la violenza è già avvenuta: non basta. Un intervento serio richiede tempo, un approccio sinergico e la consapevolezza che la strada per invertire darà i suoi frutti nel tempo ed è questa la strada che come governo, insieme ai ministri, ci impegniamo a percorrere”.
La maggior parte dei casi si è verificata in Lombardia e Piemonte che assorbono insieme il 36% dei casi nazionali e sono in leggero aumento le vittime di italiane, soprattutto se l’omicidio avviene in ambito familiare, le straniere sono invece più frequentemente esposte al rischio di omicidi correlati alla prostituzione o alla droga.
Per quanto riguarda i moventi degli omicidi, al primo posto restano gelosia patologica e possesso. E anche sotto questo aspetto le prescrizioni imposte dal lockdown hanno determinato il forte aumento dei femminicidi a seguito di litigi e conflittualità domestica.