Giallo Imane Fadil, procura: nessuno può avvicinarsi al suo corpo
Si infittisce il giallo sul decesso di Imane Fadil, teste chiave del processo Ruby, morta – si ipotizza – per avvelenamento lo scorso 1 marzo all’Humanitas di Rozzano. A destare ulteriori sospetti è una scritta a mano dal tono perentorio – “Non farla vedere a nessuno” – che compare sul fascicolo dell’obitorio di Milano dove si trova il corpo della modella di 34 anni di origini marocchine.
Il pomeriggio stesso del giorno del suo decesso, la salma è stata trasferita dalla clinica Humanitas – dove Imane era ricoverata da circa un mese – all’obitorio. La frase apposta da uno degli addetti del Comune riporta l’ordine della Procura di non fare avvicinare nessuno, nemmeno amici e parenti, al cadavere della 34enne da oltre due settimane “blindato” in attesa dell’autopsia. I dipendenti del Comune che presidiano l’obitorio hanno spiegato: “Non possiamo dire nulla” anche se, ha ammesso uno di loro, “una cosa del genere in tutti questi anni non l’ho mai vista”.
Intanto arrivano i primi risultati sui test per i veleni: Imane Fadil sarebbe risultata negativa ai test sui veleni più comuni, in particolare l’arsenico, e sarebbe risultata negativa anche a quello per la leptospirosi. E’ quanto risulta dalle cartelle cliniche ora in mano alla Procura di Milano che indaga per omicidio volontario. Le analisi per appurare al presenza di veleni sono state svolte dal Centro Antiveleni di Niguarda e per la leptospirosi dalla stessa Humanitas.
L’esame autoptico, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni, sarà fondamentale per chiarire alcuni punti oscuri della vicenda.
Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, che coordinano le indagini condotte dalla Squadra Mobile, indagano per omicidio volontario. La modella marocchina è morta dopo un “mese di agonia”, ha detto il procuratore Francesco Greco: si era sentita male il 29 gennaio ed era stata ricoverata all’Humanitas, prima in terapia intensiva e poi in rianimazione, con sintomi “tipici dell’avvelenamento”. Nel suo sangue sono stati trovati alcuni metalli con parametri di poco al di sopra della norma e che, in particolare uno, potenzialmente potrebbe essere radioattivo.La giovane è stata un teste chiave nel processo “Ruby” che ha visto coinvolto, tra gli altri, anche Silvio Berlusconi: l’ex premier ha però negato di conoscere Fadil che invece sosteneva di essere stata presente a diverse cene ad Arcore e di avere “molte cose ancora da dire” a proposito. Amici e conoscenti di Fadil hanno riferito che la 34enne negli ultimi mesi era “molto sospettosa” e preoccupata.