Giornata di scioperi in Italia: stop di 24 ore per i mezzi pubblici, a Roma in piazza contro Stellantis
Giornata di scioperi quella di oggi, venerdì 18 ottobre.
A Roma è stato organizzato il grande corteo di protesta contro la politica industriale di Stellantis. Era dal 1994 che Fiom, Fim e Uilm non manifestavano insieme con uno sciopero unitario nel settore. Partecipano anche i leader dei partiti dell’opposizione: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Carlo Calenda. Anche Fismic Confsal, Uglm e Associazione Quadri, che hanno partecipato alla manifestazione a Mirafiori, saranno in molte piazze d’Italia, Torino, Bari, Potenza, Napoli, Avellino, Cassino e Termoli, con lo slogan “L’automotive merita di più”.Ma oggi è anche il giorno dello sciopero nazionale dei mezzi pubblici. I sindacati Al Cobas e Si-Cobas hanno indetto l’astensione dal lavoro “contro ogni forma di limitazione del diritto di sciopero e per l’abolizione degli accordi sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro a partire da quello del 10.01.2014”. Coinvolti bus, tram e metro con disagi per i pendolari, in particolare a Roma e Milano.
Lo sciopero potrebbe avere conseguenze sulle linee milanesi dalle 8:45 alle 15:00 e da dopo le 18:00 fino al termine del servizio. Ma non solo, perché la sospensione dell’attività lavorativa inciderà anche sulla funicolare Como-Brunate: dalle 8:30 alle 16:00 e dalle 19:30 fino alla fine delle corse.
A Roma invece la mobilitazione è di 24 ore: garantite le fasce orarie dalle 5:30 alle 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00. Coinvolte le reti Atac, Roma TPL e altre aziende di trasporto come Autoservizi Troiani/Sap, Bis/Autoservizi Tuscia e Cotral.
A Torino il servizio urbano, suburbano e della metropolitana sarà garantito dalle 6:00 alle 9:00 e dalle 12:00 alle 15:00. A Catania l’agitazione indetta dalla Segreteria della Cub è prevista per circa quattro oredalle 10:00 alle 14.00.
Tra i motivi dello sciopero gli stipendi: “Per l’abrogazione dei penalizzanti salari d’ingresso ai neoassunti, il salario minimo di 1600 euro netti mensili, forti aumenti salariali indicizzati all’inflazione reale”. E ancora “Per un piano di investimenti e di assunzioni straordinari in tutti i settori di pubblica utilità a partire trasporto pubblico fino a sanità, scuola e servizi sociali in genere, che devono essere universali e gratuiti, nonché per la ripubblicizzazione delle aziende esercenti i servizi pubblici”.
Al Cobas aggiunge: “Contro le morti sul lavoro, per la sicurezza e la tutela della salute in tutti gli ambienti di lavoro, posto guida compreso, eliminando il rischio alla fonte; blocco delle spese militari, contro la guerra e l’invio di armi in tutti gli scenari di conflitto e la conversione di tali risorse nei servizi di pubblica utilità; contro le grandi opere speculative, per la tutela dell’ambiente e per un piano concreto di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio”, conclude il comunicato.