Green pass al lavoro, Draghi firma il nuovo Dpcm. Caos nei porti
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il Dpcm con le modalità di verifica del possesso del green pass in ambito lavorativo a partire dal 15 ottobre. La mancanza della certificazione verde con il noto Qr code non comporterà il licenziamento, ma l’allontanamento dal posto di lavoro. Inoltre, ciascun giorno di mancato servizio conterà come un’ assenza ingiustificata: niente contributi e calcolo di giorni di ferie. Il controllo del pass avverrà tramite un’ app messa a disposizione dal governo. Previste multe da 600 a 1.500 per chi entra in ufficio senza certificazione mentre il datore di lavoro che non effettua i controlli rischia una sanzione fino a 1.000 euro.
Si infiamma intanto la polemica nei porti. Il Viminale è corso ai ripari ieri per scongiurare il rischio di una “grave compromissione” dell’operatività dei porti, dopo la minaccia dei lavoratori di incrociare le braccia con l’inizio dell’obbligatorietà del Green pass. Con una circolare, firmata dal capo di gabinetto Bruno Frattasi, il Ministero dell’ Interno ha chiesto alle imprese portuali di valutare di mettere a disposizione tamponi gratuiti per i lavoratori. Un’ipotesi respinta però dal Comitato dei lavoratori che ha annunciato il blocco delle attività nei luoghi di lavoro “se non verrà ritirato l’obbligo”.
Sul piede di guerra soprattutto i portuali di Trieste. I lavoratori sono scesi in piazza rifiutando qualsiasi mediazione e minacciando l’astensione dal lavoro in massa a partire dal 15 ottobre. Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale del mare Adriatico Orientale, è arrivato a ipotizzare le dimissioni se non si troverà un accordo dopo che i portuali hanno ribadito la volontà di bloccare lo scalo.