In aumento stalking e violenze sessuali. Mattarella: “Non è stato fatto abbastanza”
Nel 2024 sono in aumento i casi di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali in Italia. E’ quanto emerge dal report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale polizia criminale diffuso in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Nei primi sei mesi dell’anno c’è stata una crescita del 6% degli atti persecutori e del 15% dei maltrattamenti contro familiari e conviventi. Salgono anche le violenze sessuali, con un incremento dell’8%. Vittime nel 91% dei casi sono donne, di cui il 28% minorenni e il 77% italiane.
Sempre secondo i dati del rapporto “Il pregiudizio e la violenza contro le donne” il 18% degli atti persecutori è commesso da stranieri, percentuale che sale al 29% per i maltrattamenti in famiglia e al 44% per le violenze sessuali. Per quanto riguarda i reati introdotti dal Codice rosso, nel primo semestre 2024 c’è stato un significativo incremento, del 67% della costrizione o induzione al matrimonio (passando da 9 a 15 episodi) e di casi di revenge porn (+22%). Deciso incremento anche della violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento (+38%). In calo del 2%, invece, gli episodi di persone sfregiate al volto con lesioni permanenti.
Gli arresti eseguiti nel 2024 dai carabinieri per reati nell’ambito del Codice rosso sono quasi 8mila. Lo spiega l’Arma in una nota, sottolineando che nel 2023, rispetto al 2022, i delitti perseguiti dall’Arma con riferimento al Codice Rosso sono passati da 54.062 a 55.374 confermando la prevalente percentuale di quelli denunciati.
Stando, invece, ai dati contenuti in alcuni report delle Nazioni Unite nel 2023 una media di 140 donne e ragazze al giorno sono state uccise da un partner o da un familiare, per un totale di circa 51.100 persone. Al contrario, la stragrande maggioranza degli omicidi maschili avviene fuori casa e lontano dall’ambito familiare. Il rapporto afferma inoltre che tali omicidi sono spesso il culmine di ripetuti episodi di violenza, il che significa che sono prevenibili.
Le reazioni del mondo politico. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha affermato: “La violenza contro le donne presenta numeri allarmanti. È un comportamento che non trova giustificazioni, radicato in disuguaglianze, stereotipi di genere e culture che tollerano o minimizzano gli abusi, che si verificano spesso anche in ambito familiare”. Lo stesso ha aggiunto: “Quanto fatto finora non è, tuttavia, sufficiente a salvaguardare le donne, anche giovanissime, che continuano a vedere i loro diritti violati. È un’emergenza che continua”.
La premier Giorgia Meloni, in merito ai “troppi casi di violenza e femminicidi”, sui social parla di “una piaga sociale e culturale che non ci consente di voltare lo sguardo dall’altra parte ma che ci spinge a riflettere e ad agire con ogni azione possibile volta a tutelare le vittime dall’abominio della violenza”.
Il ministro Matteo Salvini dice no alle ipocrisie e aggiunge: “Difendere le ragazze significa anche riconoscere l’inevitabile e crescente incidenza degli aggressori stranieri, un dato preoccupante che non sminuisce in alcun modo i casi italiani ma evidenzia le pericolose conseguenze di un’immigrazione incontrollata, spesso proveniente da Paesi che non condividono i principi e i valori occidentali. È dovere morale di tutti noi preservarli e difenderli a tutti i costi, per la sicurezza delle donne di oggi e di domani”.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un videomessaggio ha parlato di sicurezza, libertà e dignità per ogni donna. “Questo – ha detto – il nostro impegno”. “La battaglia contro la violenza sulle donne – sottolinea Valditara – inizia dalla scuola. Dobbiamo diffondere la cultura del rispetto, ed è per questo che abbiamo introdotto fra gli obiettivi di apprendimento obbligatori e curriculari l’educazione al rispetto verso la donna, ed è la prima volta. Ragazze, non abbiate timore di denunciare ogni violenza e ogni bullismo che offenda la vostra sicurezza, la vostra libertà, la vostra dignità. La scuola sarà sempre con voi”, conclude il ministro.