Inchiesta banche dati, 60 indagati. Melillo: “Gigantesco e allarmante mercato di informazioni riservate”
Leonardo Maria Del Vecchio e Matteo Arpe. Sono solo due dei 60 indagati nell’inchiesta della Dda di Milano e della Dna sulle presunte migliaia di informazioni prelevate dalle banche dati strategiche nazionali. Ieri l’indagine ha portato a sei misure cautelari, tra cui i domiciliari per l’ex “super poliziotto” Carmine Gallo. Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, e Arpe, banchiere, rispondono di concorso negli accessi abusivi della presunta organizzazione composta da hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell’ordine. Tra i reati contestati anche la “detenzione e installazione di apparecchiature per intercettazioni abusive” e il “favoreggiamento personale”. Nell’inchiesta sono coinvolti anche ex dipendenti della Skp di Milano, un’altra società di investigazione.
Quello messo in atto è stato un “dossieraggio su larga scala”, soprattutto nel mondo dell’imprenditoria e della finanza, come spiegato in conferenza stampa dal pm della Dda di Milano Francesco De Tommasi. Al centro di tutto la società di investigazioni e analisi dei rischi Equalize srl, di cui il socio di maggioranza è Enrico Pazzali, anche lui indagato. Nel corso dell’attività dell’organizzazione sarebbero stati esaminati conti correnti e precedenti penali. Pare che Equalize abbia fornito dei servizi aiutando un gruppo imprenditoriale rispetto a un altro nel mezzo di una faida tra imprenditori locali. Prelevate informazioni relative anche a esponenti politici. Informazioni che poi sarebbero state girate a giornali e media con lo scopo di creare pressioni.
Durante la conferenza stampa convocata in procura a Milano Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia, ha parlato di un “gigantesco mercato delle informazioni riservate”. L’inchiesta, ha aggiunto, ha scoperchiato una vicenda “allarmante” su un fenomeno, quello degli attentati alla sicurezza cibernetica nazionale, “che non era mai stato esplorato sistematicamente e organicamente”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “I malintenzionati – ha detto al festival CasaCorriere del Corriere della Sera – sono sempre più avanti rispetto agli stessi Stati”. Quindi l’auspicio di “attivare gli sforzi per allineare la normativa vigente ma anche lavorare di fantasia perchè dobbiamo prevedere quello che i malintenzionati potranno fare”.