Irruzione della polizia francese alla stazione di Bardonecchia: scoppia il caso politico
Agenti della dogana francese hanno fatto irruzione nella stazione di Bardonecchia dove opera Rainbow4Africa, impegnata ad assistere i profughi che sempre più numerosi scelgono le Alpi nel tentativo di attraversare la frontiera. Di fronte allo stupore di medici e volontari, gli agenti hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. Atto che ha spinto l’associazione a denunciare una “grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane”. “Un presidio sanitario è luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra”, sostengono i volontari, che parlano di “comportamento irrispettoso dei diritti umani nei confronti del migrante.
Da alcuni mesi la località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia sfidando neve e gelo. E’ proprio di qualche giorno fa la notizia della guida alpina francese indagata per avere aiutato una migrante incinta ad arrivare in un ospedale francese per partorire e dell’altra donna meno fortunata respinta al confine che è riuscita a dare alla luce il suo piccolo a Torino, perdendo però la vita. Quella donna era stata assistita proprio da Rainbow4Africa.
Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione. Gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come già successo altre volte in passato. Ma questa volta, anziché scaricarlo davanti alla stazione, sono entrati nei locali della Ong, costringendo il profugo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi, l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione.
Ad allontanare gli agenti transalpini ci ha pensato il personale del Commissariato, avvisato dalla stessa Ong di quanto stava accadendo e l’episodio rischia ora di diventare un caso diplomatico.
Rainbow4Africa ricorda infatti di agire “secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità. L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi”, insiste l’associazione, secondo cui “il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani”.
“Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa – Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”.
La vicenda ha suscitato sdegno e rabbia da parte degli esponenti di tutte le forze politiche, dal Pd a Fratelli d’Italia. “Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre forze dell’ordine” dice il parlamentare europeo Daniele Viotti.
A fargli eco Giuseppe Civati di Possibile: “E’ un’intollerabile intimidazione verso chi offre assistenza ai migranti. Il rispetto dei diritti umani è stato calpestato oltre ogni immaginazione. E questo è inaccettabile”.