Istat, nascite in Italia ai minimi storici. Sale l’età media al parto


Secondo gli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi nel 2024 con 1,18 figli per donna viene superato il minimo di 1,19 del 1995, anno nel quale sono nati 526 mila bambini a fronte dei 370mila dell’anno scorso, e un -2,6% rispetto al 2023.
Continua inoltre a crescere l’età media al parto che si attesta a 32,6 anni. Questo fattore ha un impatto significativo sulla riduzione generale della fecondità perché più si ritardano le scelte di maternità più si riduce l’arco temporale a disposizione delle potenziali madri per la realizzazione dei progetti familiari.
Un fenomeno quest’ultimo che si registra in tutto il territorio nazionale, con il Nord e il Centro che continuano a registrare il valore più elevato: rispettivamente 32,7 e 33,0 anni, contro 32,3 anni del Mezzogiorno. In diminuzione anche i matrimoni anche se non rappresentano più un passaggio preliminare alla nascita di un figlio.
Cresce però la speranza di vita in Italia che nel 2024 è pari a 83,4 anni, quasi 5 mesi di vita in più rispetto al 2023. Al 31 dicembre 2024 la popolazione residente conta 58 milioni 934mila individui (dati provvisori), in calo di 37mila unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente.
La diminuzione della popolazione prosegue ininterrottamente dal 2014 e il decremento registrato l’anno scorso è in linea con quanto osservato negli anni precedenti anche se il calo di popolazione non coinvolge in modo generalizzato tutte le aree del Paese. Nel Nord la popolazione aumenta dell’1,6 per mille mentre il Centro e il Mezzogiorno registrano variazioni negative rispettivamente pari a -0,6 per mille e a -3,8 per mille. A livello regionale, la popolazione risulta in aumento soprattutto in Trentino-Alto Adige, in Emilia-Romagna e in Lombardia. Le regioni dove si riscontrano le maggiori perdite sono invece la Basilicata e la Sardegna.
Si registra anche una diminuzione del numero dei componenti all’interno di una famiglia: la principale causa di questo processo è l’aumento delle famiglie unipersonali, attualmente la forma familiare più diffusa.
Oggi oltre un terzo delle famiglie è formato da una sola persona mentre 20 anni fa questa tipologia rappresentava appena un quarto delle famiglie. Le famiglie composte da almeno un nucleo, in cui cioè è presente almeno una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio, sono il 61,3%.