Italia, peggio di una “Corea”: niente Mondiale per gli azzurri, in Russia ci va la Svezia
Il fondo lo avevamo già toccato: invece di risalire, abbiamo iniziato a scavare per precipitare sempre più giù. Mondiali 2010 in Sudafrica, l’Italia campione del mondo in carica con c.t. Marcello Lippi 2.0 chiude all’ultimo posto con appena due punti nel carniere un girone ridicolo: Paraguay 5 punti, Slovacchia 4, Nuova Zelanda 3, Italia 2. Assurdo. Quello fu il vero inizio dell’Apocalisse odierna. Mondiali 2014 in Brasile con Balotelli icona di una presunta Italia globalizzata e Prandelli allenatore, gli azzurri escono ancora una volta al primo turno, visto che il gruppo D alla fine recita: Costa Rica 7 punti, Uruguay 6, Italia 3, Inghilterra 1. A Russia 2018 invece non ci andremo proprio: dopo 60 anni di partecipazioni ai campionati del mondo, con 2 trionfi esaltanti e meravigliosi e 2 finali perse contro il Brasile, l’Italia è fuori dai Mondiali. Peggio di una “Corea”. Cioè peggio dell’eliminazione contro la Corea del Nord al Mondiale del 1966 in Inghilterra.
Una triste realtà: da Svezia a Svezia. Mentre scriviamo, ancora non ci crediamo, ma, la realtà è questa e ce lo meritiamo perchè dopo il trionfo del 2006 in Germania il calcio italiano e chi lo comanda non ha fatto niente per rinnovarsi: anzi, ha peggiorato anno dopo anno. Sempre più giù, fino a oggi: fino a quella Apocalisse sportiva tanto paventata dal Mr. Magoo del calcio italiano, ovvero il presidente della Figc Carlo Tavecchio. E ci meritiamo questa clamorosa eliminazione soprattutto perchè se in due gare di playoff non riesci a fare nemmeno un gol alla modesta Svezia, meriti di andare a casa. Da Svezia 1958 a Svezia 2017. Già, l’ultimo Mondiale a cui non partecipammo fu quello giocato in terra scandinava 60 anni fa. Stavolta, ironia della sorte, a mandarci a casa è proprio la Nazionale svedese: squadra ben organizzata sì ma piena di giocatori mediocri e orfana di un fuoriclasse assoluto come Zlatan Ibrahimovic.
Stasera hanno perso tutti. Ha perso l’intero calcio italiano, ha perso tutto il movimento. Al di là delle grandi responsabilità dei padroni del vapore Tavecchio e Lotito (consigliere occulto e grande elettore di Tavecchio) e del mediocre c.t. Ventura, stasera non riusciamo a trovare uno o più responsabili. Ribadiamo: stasera hanno perso tutti, ha perso tutta l’Italia, un Paese sempre più allo sbando e senza futuro. Il calcio italiano di oggi è lo specchio dell’ormai ex Belpaese. Quali gli errori commessi nel calcio? Tanti, tantissimi. Vivai e prime squadre piene di stranieri, giovani promesse cedute all’estero, in B o in C per dare spazio a bidoni comunitari e non; ma la lista purtroppo è lunga. Senza dimenticare che i nostri stadi sono tra i più vecchi e brutti d’Europa.
Italia-Svezia 0-0: tutti a casa. Sul ritorno del playoff al Meazza di Milano, c’è poco da dire. Immaginiamo che la figuraccia azzurra l’abbiate vista praticamente tutti. Il sentore negativo lo abbiamo avuto subito, alla lettura della formazione. “Ace” Ventura, detto anche Edgar (per l’incredibile somiglianza col maggiordomo cattivo degli Aristogatti), ha stupito ancora: di male in peggio. Il mediocre tecnico ex Torino e Bari ha incredibilmente rilanciato altri giocatori fin qui snobbati e dimenticati: dopo Zaza (alla fine indisponibile per infortunio), infatti, è stata la volta dell’oriundo Jorginho e di Gabbiadini. Opera completata schierando fuori ruolo altri calciatori (Florenzi ad esempio non gioca intermedio di centrocampo da anni) e mandando in campo molti elementi in pessime condizioni fisiche. Sorvoliamo sul balletto dei numeri “made in Ventura”: dallo spregiudicato 4-2-4 al 3-5-2, una confusione tecnico-tattica totale. Ventura, a partire dalle tre sberle prese in Spagna a inizio settembre, non ci ha capito più nulla. Qualcuno aggiungerà: in realtà il c.t non ci ha capito nulla fin dall’inizio, fin da quando ha preso il posto di Conte. Già, Antonio Conte: con un gruppo di gran lunga inferiore è stato capace di raggiungere i quarti di finale dell’Europeo uscendo solo ai rigori contro la Germania campione del mondo.
Ventura: dimissioni o esonero? Rinnoviamo i complimenti a Tavecchio che a scatola chiusa tempo fa rinnovò il contratto al c.t. fino al 2020. A fine partita Ventura non parla, non si trova, indispettendo pure gli uomini della Fifa, visto che la conferenza stampa al termine del match è obbligatoria. Poi si materializza, parla, chiede scusa e spiega: “Non mi sono dimesso, non ho nemmeno parlato con Tavecchio. Ho voluto salutare tutti i giocatori, uno per uno. Quando non si ottengono risultati nel calcio, il responsabile è l’allenatore, questo si sa. Questa eliminazione è un risultato sportivamente pesantissimo, io ero convinto che la Nazionale potesse farcela (infatti si è portato sfiga da solo ripetendo come un mantra “ai Mondiali andremo noi”, ndr) ma so accettare perché il calcio è fatto così. Sono orgoglioso di aver fatto parte del gruppo azzurro e di aver lavorato con grandi campioni e con altri a cui auguro di diventarlo. Chiedo scusa. Sono dispiaciuto perché stasera per l’ennesima volta ho capito cosa vuol dire allenare la Nazionale: qualcosa di straordinario, ringrazio il pubblico di San Siro, ci ha sostenuto in ogni momento. Ho fatto e abbiamo fatto il massimo, ma, è andata male e chiedo scusa a tutti gli italiani”. In sostanza, un discorso di addio: da capire se verrà esonerato o si dimetterà. Probabile una via di mezzo: un accordo tra le parti, all’italiana tanto per cambiare.
Considerazioni finali. A San Siro abbiamo cominciato male e finito peggio. A parte la splendida coreografia tricolore dei 75mila presenti, siamo partiti coi fischi all’inno svedese: un’altra figuraccia internazionale, un gesto odioso e anti-sportivo. Buffon (ultima gara in azzurro per il capitano e per tanti altri “senatori”) e i giocatori azzurri hanno provato a salvare la faccia dei maleducati applaudendo, ma il danno d’immagine ormai era stato fatto. Male anche lo spagnolo Mateu Lahoz, l’arbitro del match: due evidenti falli di mano in area vengono perdonati a Darmian e Barzagli, ma anche agli azzurri manca un penalty netto su Parolo. Insomma, questo fischietto iberico, considerato tra i migliori arbitri del momento, non ci è sembrato affatto tale. Ma, l’arbitraggio è solo un dettaglio in questa storica disfatta sportiva italiana. Una storica disfatta che speriamo serva almeno per ricostruire il nostro calcio dalla fondamenta. Basta scavare, è il momento di risalire. I responsabili, tutti quanti, lo capiranno?