La morte della piccola Sofia, l’autopsia conferma: “Morta di malaria”. Dubbio ago infetto
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Per la piccola uccisa dalla malaria tutto confermato. Il procuratore capo di Trento Marco Gallina ha reso noto: “L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica”. Dunque, a Sofia, 4 anni, è stata fatale la complicanza cerebrale causata appunto dalla malaria. Il procuratore poi ha aggiunto: “I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda”. Intanto, la Procura di Trento ha dato l’ok per la sepoltura della bimba.
Ago infetto? Per far luce sulla vicenda ora si attendono le indagini molecolari dell’Istituto superiore di sanità sui campioni delle analisi per stabilire se il contagio è avvenuto nell’ospedale. Ma il direttore generale dell’azienda sanitaria del Trentino Paolo Bordon esclude che il contagio possa essere avvenuto attraverso un ago infetto: “Siamo certi che non sono stati fatti errori procedurali e il materiale usato è di ultima generazione e mono uso, non usiamo aghi per più persone. Non ci sono ancora notizie utili per determinare che cosa possa essere accaduto. Le analisi sui referti sono essenziali per capirlo, in primis per identificare se ci sia o meno uguaglianza di ceppo”.
Gli esami decisivi per risolvere il giallo. Dopo la visita degli ispettori del Ministero della Salute e dell’Iss all’ospedale di Trento, conferenza stampa congiunta di Bordon, direttore generale dell’Apss del Trentino, del direttore sanitario Claudio Dario e della primaria di pediatria Nunzia Di Palma. I tre hanno spiegato: “Potrebbe essere utile un esame sui campioni di sangue precedenti al momento in cui la malaria è stata individuata. Era stata rilevata solo una lieve carenza di globuli bianchi che era compatibile con la diagnosi di diabete. Un’analisi genetica potrebbe dire se già allora fosse presente la malaria”. Si tratta di un campione risalente al 17 agosto, quando la bambina era stata ricoverata per il diabete, dopo una breve degenza a Portogruaro.