L’epidemia non rallenta: Liguria da lunedì in giallo. Oltre 3mila casi di variante Omicron in Ue
L’epidemia di Covid-19 non accenna a rallentare da due mesi a questa parte e sta portando verso una pericolosa congestione degli ospedali. A dichiaralo è il monitoraggio della Fondazione Gimbe: nella settimana 8-14 dicembre, rispetto alla precedente, crescono di circa il 18% i nuovi casi e i decessi. Nonostante l’aumentata pressione sugli ospedali, nelle ultime settimane si è comunque progressivamente ridotta la percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi.
Contagi in aumento in tutte le regioni tranne Friuli, Molise e Bolzano. In 26 Province italiane l’incidenza di contagi da Covid-19 supera i 250 casi per 100.000 abitanti. In aumento anche i decessi: 663 negli ultimi 7 giorni (di cui 21 riferiti a periodi precedenti), con una media di 95 al giorno rispetto agli 80 della settimana precedente. La Liguria passa in zona gialla da lunedì per due settimane. Ad annunciarlo il presidente della regione e assessore alla Sanità Giovanni Toti: “Un dato che ci aspettavamo vista la circolazione del virus nei giorni scorsi e che conferma come ci troviamo nel picco della quarta ondata. Fortunatamente – sottolinea Toti – grazie ai vaccini, ospedali e terapie intensive sono occupate di un terzo rispetto allo scorso anno”. Sono intanto 9.415 gli alunni, 683 le classi e 567 gli operatori delle scuole in quarantena per Covid in Lombardia. Continua il trend di crescita dei contagi in tutte le età, con la fascia 6-10 anni che registra il maggior aumento.
I numeri della campagna vaccinale sono incoraggianti, lo afferma il ministro della Salute Roberto Speranza partecipando al congresso della federazione degli infermieri: “Abbiamo l’88,37% delle persone sopra i 12 anni che hanno avuto la prima dose e sono oltre 13 milioni – sottolinea il ministro – le persone che hanno già ottenuto booster o terza dose”. Intanto Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio superiore di sanità ipotizza la possibile introduzione dell’obbligatorietà del tampone anche per i vaccinati per accedere ai grandi eventi: “E’ un’ipotesi da considerare – aggiunge Locatelli – se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare”.
Con i 529 casi registrati tra il 15-16 dicembre, in Ue sono stati superati i 3mila casi di infezioni da variante Omicron del virus. Lo scorso 26 novembre la variante omicron è stata definita “variante di preoccupazione” dall’Organizzazione mondiale della sanità. I dati epidemiologici provenienti dal Sudafrica e da alcuni paesi europei (in particolare Danimarca e Inghilterra) mostrano che la variante omicron è più contagiosa della delta con un tempo di raddoppio dei casi attualmente stimato intorno a 2-3 giorni. Non è ancora chiaro se la rapida crescita nei paesi con elevati tassi di copertura vaccinale dipenda dalla capacità del virus di sfuggire alla risposta immunitaria, dall’aumento di trasmissibilità o da entrambi i fattori. Sembra emergere una maggiore incidenza di reinfezioni in persone guarite e una ridotta efficacia dei vaccini.
In questo scenario Oms ed Ecdc hanno classificato il rischio della diffusione della variante omicron come molto alto, raccomandando di rafforzare sorveglianza e sequenziamento, di accelerare la somministrazione di vaccini e richiami (l’Ecdc raccomanda di accorciare il tempo del richiamo a 3 mesi invece di 5) e di potenziare le misure non farmacologiche per il contenimento dell’epidemia: mascherine, distanziamento sociale ed evitare assembramenti, igiene delle mani, ventilazione degli ambienti chiusi, smartworking. Secondo l’Ecdc diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022.