Libro omofobo e razzista, generale Vannacci nella bufera. L’Esercito prende le distanze. Avviato esame disciplinare
Ci ha messo poco a diventare un caso politico il libro “a tinte” omofobe e razziste del generale Roberto Vannacci, ex capo dei paracadutisti della Folgore e oggi alla guida dell’Istituto geografico militare. 357 pagine in cui se la prende con gli omosessuali (“normali non lo siete, fatevene una ragione), la convivenza civile (“Le discutibili regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze), i disoccupati (“I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo”). E persino con Paola Egonu che – a suo dire – “è italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”. E ancora parole contro il femminismo, i migranti e l’ambientalismo.
“Il mondo al contrario” è schizzato in pochi giorni al terzo posto della classifica di vendite dei libri su Amazon generando roventi polemiche. Diversi passaggi del suo libro, autoprodotto, sono stati anticipati da la Repubblica, suscitando l’imbarazzo dell’Esercito che ora “prende le distanze” da quel testo precisando che “si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”. Il ministro della Difesa Guido Crosetto parla di “farneticazioni” che “screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione” e fa partire l’esame disciplinare.
A protestare in particolare è stato il sindaco di Firenze Dario Nardella parlando di “gravità inaudita”. “Quel generale va rimosso” tuona il presidente di Anpi Gianfranco Pagliarulo. Critico il deputato del Pd e responsabile diritti per il Partito Democratico, Alessandro Zan: “E’ grave e allarmante – dice – che un generale dell’esercito in carica pubblichi un saggio politico, tanto più intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con la Costituzione. Serve un intervento urgente dello Stato Maggiore della Difesa per tutelare la credibilità e l’onorabilità delle nostre forze armate impegnate quotidianamente in Italia e all’estero per difendere i valori costituzionali, che Vannacci con le sue parole ha infangato”.
A stretto giro è arrivato anche il commento piccato e “amareggiato” del generale Vannacci: “Le critiche non mi disturbano affatto e al ministro Crosetto non replico, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni”.