Marche, dopo le vittime e i danni immancabili le polemiche sugli interventi ‘mai attuati’
Continuano da tre giorni senza sosta le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco dopo il devastante ‘temporale autorigenerante’, come lo hanno definito gli esperti, che si è abbattuto sulle Marche. Circa 900 gli interventi, 250 i pompieri che stanno operando nel territorio della provincia di Ancona e 100 in quella di Pesaro Urbino. E dopo il ritrovamento di ieri, a Serra de’ Conti (An), del corpo senza vita dell’undicesima vittima, proseguono le ricerche degli ultimi due dispersi nella zona di Barbara sempre nell’Anconetano.
Dopo le vittime immancabili le polemiche. Dito puntato in particolare sugli interventi mai attuati per la messa in sicurezza del fiume Misa, esondato in più punti nella notte del 15 settembre. Opere attese “da 30 anni” e ritenute “urgenti e prioritarie” già nel 2009, quando le risorse per farle erano anche a disposizione, ma sono state bloccate o rallentate da passaggi di competenza tra enti, appalti e subappalti, lavori completati solo in parte o mai partiti.
Gli interventi che avrebbero potuto arginare la tragedia. Secondo gli esperti l’innalzamento degli argini e la realizzazione di casse di espansione, avrebbero potuto mitigare la furia dell’acqua.
Se ne discuteva già nel 2009, poi l’urgenza era sembrata evidente dopo l’alluvione di Senigallia del 2014, che portò con sé vittime e danni. Nonostante l’evidente necessità e urgenza dei lavori, sono dovuti trascorrere 4 anni prima che nel 2018, vengano bandite due gare d’appalto per la manutenzione del fiume, con rifacimento degli argini e pulizia dell’alveo. Ma un anno e mezzo dopo il progetto si ferma per problemi sulle procedure della Valutazione di impatto ambientale. Nel 2021, la Regione Marche, per non perdere uno stanziamento di oltre 900mila euro, rimodula il finanziamento con un nuovo progetto esecutivo a cura del Genio civile e lo scorso aprile, si da il via al cantiere per le vasche di espansione in zona Bettolelle a Senigallia (il punto dove è morto un anziano). Ma anche in questo caso c’è l’intoppo. Gli appalti, insieme a quelli per altri fiumi, finiscono sotto la lente della Procura di Ancona, che arresta funzionari pubblici e imprenditori privati per turbativa d’asta. L’inchiesta è ancora in corso.
Intanto la Procura, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. Due i filoni di indagine: il primo riguarda l’allertamento della popolazione, che non c’è stato (l’allerta diramata era infatti gialla); il secondo punta a rilevare eventuali responsabilità e negligenze negli interventi di manutenzione sui corsi d’acqua che hanno causato le inondazioni. Accertamenti sono in corso anche presso la Regione e gli enti coinvolti nelle opere.
I danni all’agricoltura. Secondo Coldiretti le campagne marchigiane hanno subito milioni di euro di danni. Distrutte colture, serre, impianti di irrigazione, attrezzature, trattori, mezzi agricoli e impianti di trasformazione alimentare. “Gli agricoltori si stanno aiutando tra loro per pulire i terreni e ripristinare la funzionalità dei mezzi ma c’è il rischio – denuncia Coldiretti- di non riuscire a fare le semine autunnali di orzo, avena e grano, né quelle primaverili.