Migranti: per la Cassazione Carola Rackete rispettò l’obbligo di soccorso
Il capitano della Sea Watch Carola Rackete ha rispettato “l’obbligo di prestare soccorso in mare” entrando nel porto di Lampedusa con la sua nave carica di migranti perché il suo dovere di soccorrere i naufraghi “non si esaurisce” sottraendoli “al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio di sbarcarli in un luogo sicuro”. E’ quanto sostiene la Cassazione nelle motivazioni alla decisione di non procedere all’arresto della Rackete, per aver forzato il blocco navale della Gdf.
E’ dunque ritenuta “corretta” la decisione del gip di Agrigento che non ha convalidato l’arresto della comandante della Sea Watch.
Dunque la Rackete ha agito in maniera “giustificata” dal rischio di pericolo per le vite dei migranti a bordo della sua nave. Secondo gli ermellini è stata legittimamente esclusa la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non c’era un ufficiale della Marina militare, come prescrivono le norme, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle.
Matteo Salvini: “Voglio leggere bene questa sentenza della Cassazione”: da Chieti in Abruzzo a margine di una conferenza stampa elettorale, Salvini sottolinea che “se è vero quello che leggo, che si può speronare una nave della Guardia di Finanza con a bordo cinque militari della guardia di finanza, è un principio pericolosissimo per l’Italia e per gli italiani”.
”Un conto è soccorrere dei naufraghi in mare – ha aggiunto Salvini – che è un diritto dovere di chiunque, un conto e giustificare un atto di guerra. Se io in Germania speronassi una nave militare tedesca, penso che giustamente sarei messo in galera. Quindi me la leggerò. Se così fosse sarebbe un pericoloso precedente perché da domani chiunque si sentirebbe titolato a fare quello che non va fatto”.
Intanto dopo l’autorizzazione a procedere del Parlamento, la Procura di Catania ha depositato la richiesta di fissare l’udienza preliminare per l’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, indagato per sequestro di persona per la ritardata autorizzazione allo sbarco dei migranti a bordo della nave Gregoretti.