Milano, incendio divora palazzo di 15 piani: ipotesi cortocircuito
Un cortocircuito all’ultimo piano, poi “l’effetto camino” generato dallo spazio fra la struttura in cemento armato e la copertura in metallo. È questa l’ipotesi che sta prendendo piede dopo i primi accertamenti tecnici dei Vigili del fuoco, all’indomani dell’incendio che ha letteralmente divorato ‘Torre del Moro’, un edificio di 15 piani in Via Antonini, 33, alla periferia sud di Milano. Settanta famiglie sono ora senza casa.
Fortunatamente non ci sono vittime. La dinamica dell’incidente è al vaglio degli investigatori e degli inquirenti. In giornata la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano aprirà un fascicolo con le ipotesi di disastro colposo o incendio colposo.
Il grattacielo rimane ancora “in fase di spegnimento”. Giuliano Santagata, comandante dei vigili del fuoco di Milano, ha spiegato che sono presenti ancora dei focolai “che sono tuttavia sotto controllo”. “Mai vista a Milano una cosa così” ha aggiunto Santagata sottolineando l’alta probabilità che la facciata dell’edificio “fosse fatta di materiale molto combustile”. Nelle prossime ore saranno realizzate delle verifiche di tipo strutturale. Tuttavia secondo il vigile del fuoco di Milano, la struttura non è a rischio crollo, perchè non è stata intaccata la struttura portante.
“La facciata ha preso fuoco come un fiammifero” commentano i residenti.”Siamo 70 famiglie senza una casa, oggi ripartiamo da zero”. Sul fronte delle responsabilità, il sindaco di Milano Beppe Sala ha chiesto risposte in tempi brevi: “La magistratura è già al lavoro per chiarire la dinamica dell’accaduto” ha detto il primo cittadino. E sui social scrive: “E’ inaccettabile che un edificio così moderno si sia dimostrato così vulnerabile”.