Misure anti-Covid a livello Ue, l’auspicio di Conte. Azzolina: “fare squadra” per la scuola
Sono quasi 60 milioni i casi di coronavirus registrati nel mondo, secondo i dati della Johns Hopkins University. Le vittime complessive sono invece oltre 1,4 milioni.
Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 23.232 nuovi casi di coronavirus, a fronte di 188.659 tamponi tamponi effettuati. Aumentano i morti, sono stati 853, ma scendono l’indice di contagio e il rapporto tra positività-tamponi, quest’ultimo al 12,3%. Attesa oggi la decisione del governo sulle norme anti-Covid per pranzi e cene di Natale e su eventuali deroghe per la messa della vigilia.
In merito a un’ipotesi di allentamento delle misure anti-Covid in vista del Natale, il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini invita alla prudenza. “Da un lato occorre evitare che non diventi anche pandemia economica e sociale – ha detto – ma certamente dobbiamo evitare il tana liberi tutti perché siamo ancora dentro la curva pandemica”.
Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia rassicura sull’erogazione dei ristori, per il comparto sciistico e per le attività al momento chiuse per l’emergenza Covid. “Valuteremo non solo le attività connesse allo sci – ha detto in un’intervista -, ma ci sono alcune attività che dovranno riprendere e che sono chiuse da un mese, non le abbiamo dimenticate. Per tutte queste, attività sciistiche comprese, ci saranno ristori”.
Il governo intanto lavora su più fronti per far sì che gli interventi che saranno decisi con il prossimo Dpcm consentano di evitare gli errori fatti in estate e non siano vanificati dalle scelte degli altri paesi, in particolare quelle relative allo sci visto che il governo ha ribadito il no alla riapertura degli impianti e una decisione in senso contrario da parte di altre nazioni rappresenterebbe un ulteriore colpo ad un’economia già al tappeto.
Di un “coordinamento europeo” sulle misure hanno del resto parlato lo stesso Conte e il presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen in una telefonata nella quale, dice il premier, c’è stato un “ottimo scambio di vedute” su questo e altri temi. “So che chi ha negozi, bar, ristoranti, vuole la fine delle restrizioni, ma dobbiamo trarre insegnamenti dall’estate evitando di ripetere gli stessi errori. Un rilassamento troppo celere ed eccessivo delle misure diventa un rischio per una terza ondata dopo Natale”, il parere della von der Leyen.
C’è poi una parte del governo, con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in testa sostenuta dal premier Conte (ma anche da M5S e Iv), che vorrebbe consentire ai ragazzi di tornare a scuola in presenza già prima di Natale. Anche dagli ultimi dati a disposizione, la scuola, dice il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, contribuisce “in modo assolutamente marginale alla curva di trasmissione” del virus. Per questo il ministro ha convocato i sindaci delle dieci città metropolitane, che da sole rappresentano un terzo della popolazione italiana, 21 milioni di persone. L’obiettivo è “fare squadra” per riportare i ragazzi in aula. Si pensa al 9 dicembre, come prima data utile dopo la scadenza dell’attuale Dpcm. Sulla riapertura delle scuole “aspettiamo il report di venerdì per fare le successive valutazioni” ha intanto ribadito il ministro della Salute Roberto Speranza.