Morto Bernardo Bertolucci. Addio all’ultimo imperatore del cinema italiano
Il mondo piange la perdita di Bernardo Bertolucci. Si è spento a 77 anni, uno dei più grandi registi del cinema italiano. Autore di capolavori come “Ultimo tango a Parigi”, “Novecento” e “L’ultimo imperatore” solo per citare qualcuna delle sue opere. Il maestro in grado di toccare l’anima delle persone ma anche di influire sulla società con la sua arte, si è spento a casa sua, nel rione di Trastevere a Roma, a seguito di una crisi respiratoria.
Domani, martedì in Campidoglio, sarà allestita la camera ardente per salutare Bertolucci, malato da tempo. La famiglia, si legge in una nota, ringrazia il Comune di Roma per la disponibilità. La camera ardente resterà aperta dalle ore 10 alle 19, presso la Sala della Protomoteca. In data da definire seguirà una cerimonia di commemorazione aperta al pubblico.
Primogenito del poeta Attilio, cresciuto al cinema da Pier Paolo Pasolini (ne fu aiuto regista tra il ’60 e il ’61) e alla poesia da suo padre che lo incoraggio’ a pubblicare la prima raccolta In cerca del mistero con cui vinse nel ’62 il Premio Viareggio.
Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone acquisì statura internazionale nel 1970 con due capolavori: Strategia del ragno e Il conformista dal racconto dell’amico Alberto Moravia.
Ma il fenomeno internazionale Bertolucci, esplode con “Ultimo tango a Parigi” e con la complessa vicenda giudiziaria/censoria che ne seguì. I celebri otto secondi di «Ultimo tango a Parigi» in cui Marlon Brando pratica una sodomia alla giovanissima (e, come si saprà poi, inconsapevole) Maria Schneider, aiutandosi col burro, divennero al contempo e una scena madre del cinema contemporaneo e la pietra dello scandalo. Se in America venne accolto come “il più potente film erotico mai fatto e può rivelarsi il film più liberatorio mai realizzato”, in Italia venne accolto come un mostro eretico, da bruciare. Letteralmente, visto che nel 1976 venne disposta la distruzione del film dalla Corte di Cassazione, dopo una lunga vicenda processuale. Ne seguì il taglio immediato degli otto secondi incriminati che, nella copia italiana (quella che si salvò dalle fiamme), non si videro mai più. Anche se alla fine degli anni’80 venne finalmente trasmesso in tv.
La più traumatizzata dalla scena fu proprio Maria Schneider. Come si venne a sapere poi, la scena del burro non era prevista nella sceneggiatura originale di Bertolucci: fu infatti un’iniziativa di Brando, subito accolta dal regista e accettata a malincuore dalla ragazza che avrebbe voluto rifiutarsi. In seguito avrebbe confessato di sentirsi umiliata e che il film l’aveva segnata per tutta la vita, tra dipendenze varie e un tentativo di suicidio. E Bertolucci si sarebbe poi scusato, dicendo di sentirsi “colpevole”.
Negli anni ottanta Bertolucci gira soprattutto all’estero kolossal di straordinaria potenza visiva. Nel 1987 dirige in Cina “L’ultimo imperatore”, che si aggiudica ben nove premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e la migliore regia. Diventa così l’unico regista italiano insieme a Frank Capra a vincere il premio di categoria.
La sua ultima pellicola è “Io e te” tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti e che Bertolucci gira praticamente sotto casa. Un intenso incontro scontro tra fratello e sorella, con la fine della bella favola.
Tanti i commenti di cordoglio arrivati via social come quello di Matteo Renzi: “Ci ha lasciato Bernardo #Bertolucci, uno dei grandi maestri del cinema italiano. Lo ricordo da spettatore delle sue opere, come tutti. Ma anche come prezioso consigliere quando a Palazzo Chigi decidemmo di investire più risorse sul cinema. Grazie Maestro, è stato un onore #Rip”.
Maurizio Martina: “Bernardo #Bertolucci è stato uno dei più grandi registi di sempre. Ha onorato il nostro Paese e come nessun altro ha saputo raccontare lotte e speranze per il riscatto sociale. Ci ha aiutato ad avere una memoria collettiva e di questo dovremo sempre essergli grati”.
Massimo Giannini: “Addio all’ultimo imperatore del cinema italiano: dopo #bernardobertolucci chi avrà più il suo coraggio e la sua ambizione?”
Laura Boldrini: “Maestri di questo calibro ne nascono pochi e la morte di #BernardoBertolucci lascia un vuoto incolmabile nel cinema italiano e internazionale, un #cinema che per lui è stato passione e impegno civile”.
Roberto Benigni e Nicoletta Braschi: “E’ un dolore immenso la morte di Bernardo Bertolucci. Se ne è andato il più grande di tutti, l’ultimo imperatore del cinema italiano. Un pezzo della nostra famiglia, un amico fraterno, amoroso, intelligente, pieno di genio, imprevedibile, rigorosissimo ed implacabile nel dirci sempre la verità. Il suo cinema rimarrà tra le meraviglie del ventesimo secolo”.
Gabriele Muccino: “Te ne sei andato Bernardo. Che infinita tristezza e che incolmabile vuoto, Maestro. Il Cinema del mondo è in lutto. #BernardoBertolucci”.