‘Ndrangheta, arrestato il latitante Cordì grazie alla violazione delle misure anticoronavirus
Le manette sono scattate grazie alla violazione delle misure di contenimento del coronavirus contenute nell’ultimo Dpcm. Cesare Antonio Cordì, 42 anni, ha così posto fine alla sua latitanza. Esponente di spicco della ‘ndrangheta di Locri, è stato arrestato a Bruzzano Zeffirio, in provincia di Reggio Calabria, nel corso di un’operazione messa a segno dai carabinieri delle compagnie di Bianco e Locri, insieme allo squadrone eliportato “Cacciatori d’Aspromonte”.
Cordì, costretto di tanto in tanto a uscire per acquistare generi alimentari, questa volta non ha avuto via di scampo e a suo carico è stato immediatamente emesso un provvedimento di custodia in carcere. Tra i reati per i quali risulta indagato c’è il trasferimento fraudolento di valori, aggravato perché commesso al fine di agevolare l’associazione mafiosa. In sostanza, Cordì – con il fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali – aveva attribuito alla moglie la titolarità formale di un esercizio commerciale.
Sono in corso le indagini – coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti procuratori Giovanni Calamita e Diego Capece Minutolo – per ricostruire la rete che ha favorito la latitanza di Cesare Antonio Cordì.