Neonata rapita, scarcerato il marito: È stato ingannato. Rosa Vespa confessa: Ho agito da sola

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È stata riconosciuta l’estraneità ai fatti del marito di Rosa Vespa, 51 anni, la donna che – dopo aver finto una gravidanza per nove mesi – ha rapito una neonata appena partorita dalla clinica Sacro cuore di Cosenza. Per i giudici, la donna avrebbe fatto tutto da sola e l’uomo sarebbe dunque stato ingannato, caduto in pieno nel tranello ordito dalla moglie.

Per questo il gip di Cosenza, a conclusione dell’interrogatorio, ha disposto la scarcerazione di Moses Omogo Chidiebere, il 43enne di origini senegalesi fermato insieme alla moglie con l’accusa di sequestro. “Il mio assistito è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie”, ha spiegato l’avvocato difensore dell’uomo. “Ci sono persino foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie“. Sempre stando a quanto riporta il legale, Rosa Vespa aveva un pancione credibile che la faceva sembrare davvero incinta e si era persino procurata una lettera di dimissioni dalla clinica da mostrare al marito.

Rosa Vespa avrebbe, in sostanza, ideato e messo in atto in modo del tutto autonomo il sequestro della piccola Sofia, ingannando tutti: parenti, amici e persino il marito, che sarebbe stato davvero convinto della gravidanza della moglie. Tuttavia, restano tanti interrogativi intorno alla dinamica dei fatti. A partire dalle varie fasi in cui ha avuto luogo nel concreto il sequestro della neonata. Risulta strano che la donna sia potuta entrare indisturbata nella clinica, munita di un ovetto, che nella stanza della madre biologica si sia spacciata per operatrice sanitaria e che poi da quella clinica sia uscita – sempre indisturbata – con in braccio la piccola Sofia e con al seguito il marito che trasportava invece la navicella per neonati, come mostrato dalle immagini acquisite dalle telecamere. Come è stato possibile che nessuno si sia accorto dei loro movimenti? Che il personale della clinica non abbia chiesto nulla alla donna o al marito, essendo peraltro due volti sconosciuti? I punti su cui far luce sono evidentemente ancora tanti.

A questo punto, c’è da capire quale sarà la linea difensiva di Rosa Vespa dopo che la sua posizione, a seguito della scarcerazione del marito, si è ulteriormente aggravata. Nel mentre, per lei il Gip di Cosenza ha confermato la custodia cautelare in carcere con l’accusa di sequestro. “Rosa Vespa non è una criminale”, ha affermato l’avvocata della donna, Teresa Gallucci, del Foro di Cosenza. “Ha detto che non voleva fare del male a nessuno e che la piccola Sofia non è mai stata in pericolo, assumendosi la responsabilità esclusiva di quanto è accaduto”. “Nel corso dell’interrogatorio – ha spiegato la legale – Vespa ha ripercorso gli avvenimenti, risposto alle domande dei magistrati in modo collaborativo, anche se ci sono stati tanti “non so” nella ricostruzione dei fatti, che probabilmente non riuscirà mai a chiarire. Ha escluso ogni coinvolgimento del marito e di altre persone, affermando di non aver mai pianificato alcuna azione specifica e che non avrebbe mai desiderato arrecare danno né alla bambina, né a chiunque altro”.

Nel corso dell’interrogatorio, la donna ha spiegato di aver raccontato per nove mesi di essere incinta e che da una bugia sono derivate poi tante altre bugie, una spirale da cui non è più riuscita a uscire. “Ci sono stati dei momenti in cui ho provato a dire la verità alla mia famiglia e a mio marito – ha raccontato la donna – ma poi non ci sono mai riuscita”. Così si è ritrovata ad acquistare indumenti e oggetti per la nascita di un bimbo che non sarebbe mai nato, in quanto mai concepito. Fino ad annunciare pubblicamente sulla sua bacheca Facebook la nascita di un neonato del tutto inventato. Nel frattempo c’è da registrare la delusione dei genitori della piccola Sofia per la scarcerazione di Moses: “È una notizia che sconforta – commentano -. Come può Moses essere dichiarato estraneo ai fatti?”.