No Tav, tensioni in Val di Susa
Ieri un gruppo di attivisti No Tav, incappucciati, ha buttato giù la recinzione posta dalle forze dell’ordine a sbarramento del sentiero che dall’abitato di Giaglione conduce al cantiere della Torino-Lione di Chiomonte.
C’è stato un lancio di sassi e la polizia ha risposto col lancio di alcuni lacrimogeni.
Un lungo applauso è partito quando i manifestanti hanno iniziato a varcare la recinzione forzando la cancellata e violando così la zona rossa intorno al cantiere di Chiomonte, una fascia di rispetto tra boschi, prati, sentieri e strade carrozzabili in cui è vietato mettere piede. “Abbiamo ripristinato la legalità, questa è una via francofona, l’antica via delle Gallie – sostiene un esponente del movimento- che è stata chiusa illegalmente”. La cancellata è però soltanto il primo sbarramento lungo i sentieri che conducono al cantiere.
300 dimostranti si sono poi fermati all’altezza del ponte sul torrente Clarea, dove la strada è sbarrata da una grata metallica e da un dispositivo di agenti di polizia in assetto antisommossa. Un centinaio di dimostranti ha raggiunto una zona a ridosso delle recinzioni del cantiere sotto il viadotto dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Petardi e bombe carta sono stati lanciati verso le forze dell’ordine che presidiano il cantiere. Quarantotto No Tav, tra cui esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino, sono stati denunciati. Alcuni di loro per avere demolito la cancellata posta a protezione dei sentieri che conducono al cantiere e per le tensioni di ieri pomeriggio. Altri invece sono stati denunciati per aver violato la zona rossa.
Per la Questura di Torino “Per chi aveva la responsabilità di gestire l’ordine pubblico – precisa una nota – la manifestazione dei No Tav è terminata con un bilancio assolutamente positivo”. “Pur operando in un terreno difficile e reso insidioso dalla pioggia – prosegue la Questura di Torino – sia gli organizzatori della manifestazione sia gli operatori di polizia hanno affrontato con grande senso di responsabilità la difficile gestione dell’evento”, che non ha visto alcun momento di scontro diretto ‘corpo a corpo’.
Il vicepremier leghista Matteo Salvini ha dichiarato che la Tav si farà e che non ci sarà nessuna tolleranza per i “teppisti” ossia 48 denunciati per gli attacchi con bombe carta, cesoie, martelli e pietre contro la polizia che ha risposto con l’uso di idranti e di circa 200 lacrimogeni.
“Pacifici e determinati”, così definisce lo stato d’animo dei No Tav un attivista storico come il 74enne Guido Fissore. “Qui – afferma – non si parla di prendere d’assalto il Palazzo d’Inverno o di fare chissà cosa. Noi vogliamo andare al cantiere. E se ce lo impediscono, cercheremo di andarci lo stesso”.
L’Italia intanto ha inviato una lettera all’agenzia Ue con cui dichiara di voler andare avanti sul progetto Tav in risposta alla sollecitazione fatta a Roma e a Parigi dall’Inea, l’agenzia per l’innovazione e le reti infrastrutturali della Commissione europea che aveva chiesto a Italia e Francia di pronunciarsi entro il 26 luglio sulla linea alta velocità Torino-Lione. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha confermato l’arrivo della lettera.