Nuove perquisizioni ad Autostrade: altri 5 ponti a rischio
Non c’è pace per i ponti italiani. L’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi si è infatti allargata ad altri 5 viadotti considerati a rischio e nel mirino degli investigatori finiscono le violazioni sistematiche nei controlli e nella prevenzione dei rischi su questi tratti gestiti da Autostrade per l’Italia.
Almeno cinque persone (dirigenti e tecnici di Aspi o della società controllata Spea, delegata a monitoraggi e riparazioni) risultano indagate per falso, poiché avrebbero secondo gli inquirenti truccato l’esito degli accertamenti sui seguenti ponti: il Pecetti e il Sei Luci in Liguria, il Paolillo in Puglia e poi infrastrutture in provincia di Milano e di Pescara. I nomi di altri cinque dipendenti delle medesime aziende sono al vaglio degli inquirenti, ed è quindi una decina il numero complessivo delle persone nel mirino delle indagini.
Per l’accusa, in certi casi, i report erano quasi routinari e quindi non corrispondenti al vero stato dei viadotti. La circostanza era emersa nel corso degli interrogatori dei testimoni durante le indagini sul crollo di Ponte Morandi. In particolare i tecnici di Spea avevano raccontato agli inquirenti che i report “talvolta erano stati cambiati dopo le riunioni con il supervisore Maurizio Ceneri (ingegnere di Spea) mentre in altri casi era stato Ceneri stesso a modificarli senza consultarsi con gli altri”.
Dunque i finanzieri stanno procedendo alle perquisizioni delle sedi di Autostrade di Genova, Milano, Firenze, Bologna, Bari e Pescara, alla ricerca di documentazione sulla sicurezza dei viadotti ritenuti a rischio.
Già la settimana scorsa erano andate in scena numerose perquisizioni in altri uffici Aspi e Spea, con l’obiettivo di raccogliere prove di quella che agli occhi di chi indaga è stata una violazione sistematica degli obblighi di prevenzione. E se venisse ulteriormente dimostrata potrebbe spingere i pm a chiedere misure cautelari sotto forma d’interdizione o sospensione di alcuni tecnici.
Autostrade per l’Italia dal canto suo, ha sempre rimarcato come non ci siano rischi per gli utenti. Va inoltre ricordato che anche la Procura di Avellino, negli ultimi mesi, ha avviato un segmento di approfondimenti paralleli sulle possibili carenze strutturali sull’intera A14 Napoli-Canosa. In questo caso si tratta di uno stralcio del procedimento avviato nel 2013 dopo che un pullman precipitò da un viadotto all’altezza di Monteforte Irpino, secondo i giudici anche a causa dei new-jersey ancorati male all’asfalto: morirono 40 persone.