Omicidio Saman Abbas, la sentenza di appello: ergastolo a genitori e cugini, 22 anni allo zio

Quattro ergastoli e una condanna a 22 anni. Saman Abbas è stata uccisa da tutta la famiglia. Questa la decisione della Corte di assise di Appello di Bologna nel processo sull’omicidio della 18enne pachistana, assassinata nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara di Reggio Emilia. La Corte ha confermato l’ergastolo per i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, ha deciso per l’ergastolo anche per i due cugini, Noman Ulhak e Ikram Ijaz, che in primo grado erano stati assolti, e ha inasprito la pena per lo zio Danish Hasnain da 14 a 22 anni (era stato lui a far trovare il cadavere). La Corte ha inoltre deciso di riconoscere anche le aggravanti di premeditazione e futili motivi. La sentenza di appello arriva quattro anni dopo il delitto della ragazza di origine pachistana e ribalta in gran parte la sentenza di primo grado, accogliendo l’impostazione dell’accusa.

Arrivata nel 2016 a Novellara, Saman Abbas è stata uccisa proprio vicino alla casa dove viveva la famiglia dalla quale, avendo intuito il pericolo, voleva fuggire. Sui social network, usava il nickname Italiangirl, non accettava le regole e le tradizioni delle sue origini, e voleva vivere liberamente, evitando di sposare un parente in patria nell’ambito di un matrimonio combinato. Per tutte queste ragioni è diventata un simbolo, suo malgrado. Il procuratore di Reggio Emilia Gaetano Paci, nella requisitoria di primo grado, l’ha definita “una ribelle inconsapevole”. Saman Abbas voleva vivere senza velo, senza restrizioni, frequentare chi desiderava. Progetti interrotti per sempre quando, quella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, è stata assassinata, probabilmente strozzata, nel vialetto davanti a casa e sepolta in una buca profonda tre metri, a poche centinaia di metri dall’abitazione familiare. Famiglia che si è sempre dichiarata innocente, ma che per la Corte di Appello di Bologna è l’autrice – tutta – dell’omicidio della ragazza.