Omicidio Tramontano, cominciato il processo a Impagnatiello. La famiglia di Giulia invoca l’ergastolo
È iniziato oggi (18 gennaio) il processo ad Alessandro Impagnatiello, l’uomo che il 27 maggio 2023 ha ucciso la sua fidanzata Giulia Tramontano. Il 31enne barman si è presentato davanti ai giudici con la barba incolta, jeans e sneakers indossando inoltre una giacca blu. “Dal giorno del delitto non vivo più” ha detto, ma la famiglia di Giulia per lui invoca l’ergastolo.
Impagnatiello ha pianto nell’aula del processo a Milano. E sarebbe apparso pentito. “Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza” sono state le sue parole colme di commozione. “Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità – ha aggiunto – Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono”, ha aggiunto l’ex barman.
Intanto l’udienza è stata spostata nella maxiaula della prima corte d’assise d’appello. La Corte d’Assise di Milano ha respinto la richiesta del Comune di Senago, dell’associazione Penelope e della fondazione Polis di costituirsi come parte civile nel processo. Ai cronisti è stato vietato l’uso delle telecamere così come anche la registrazione di materiale audio. Al processo erano presenti, oltre ai giornalisti, anche tutti i familiari di Giulia Tramontano: il padre Franco, la madre Loredana e il fratello Mario oltre alla sorella Chiara già presente. Sono parte civile. Ma per Impagnatiello hanno invocato l’ergastolo.