Omicidio Vannini, parla Antonio Ciontoli: chiedo perdono per quello che ho fatto
Nuovo atto del processo d’appello bis per l’omicidio di Marco Vannini, cui si è arrivati dopo la pronuncia della Cassazione che ha annullato la condanna per omicidio colposo e chiesto di riconoscere il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. La procura generale ha chiesto una condanna a 14 anni di carcere per omicidio volontario di tutta la famiglia Ciontoli, nella cui casa venne ferito mortalmente il 21enne di Cerveteri morto nel 2015. Chiesta anche una condanna a 9 anni e 4 mesi per la moglie di Ciontoli Maria Pizzillo e i due figli Martina e Federico, mantenendo il concorso nell’omicidio.
Antonio, il capofamiglia, oggi prima della riunione in camera di Consiglio della Corte, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee: “Chiedo perdono per quello che ho commesso e anche per quello che non ho commesso. So di non essere la vittima ma il solo responsabile di questa tragedia”, ha detto, aggiungendo: “I miei familiari non meritano di essere giudicati e condannati per la mia colpa. Quando si spegneranno le luci su questa vicenda, rimarrà il dolore lacerante a cui ho condannato chi ha amato Marco. Resterà il rimorso di quanto Marco è stato bello e di quanto avrebbe potuto esserlo ancora e che a causa del mio errore non sarà. Marco è stato il mio irrecuperabile errore”.
Parola alla difesa. Secondo l’avvocato Coppi i Ciontoli erano inconsapevoli della gravità delle lesioni riportate dal ragazzo, e poi aggiunge: “Ciontoli voleva celare lo sparo partito dalla sua arma. E per questo ha trascinato la situazione fino a un punto di non ritorno. Nonostante tutti sapessero la situazione di gravità estrema”.