Omicidio Gambirasio, la difesa può accedere a Dna. Bossetti: “La giustizia mi darà ragione”
Colpo di scena nel caso della morte di Yara Gambirasio: la Cassazione ha accolto il ricorso della difesa di Massimo Bossetti sull’accesso ai reperti, annullando con rinvio le ordinanze della Corte d’assise di Bergamo. Il Tribunale aveva dichiarato inammissibile la richiesta dei legali del manovale di avere accesso ai campioni di Dna e agli abiti della 13enne.
La decisione della Cassazione restituisce la palla ai giudici di Bergamo che non potranno non tener conto però delle indicazioni odierne e dunque l’ipotesi più concreta e che a breve verranno fissate le modalità con cui la difesa di Bossetti, insieme ai propri consulenti, avrà accesso ai 98 reperti, tra cui i 54 campioni di Dna trovati in particolare sugli slip della vittima e gli indumenti della 13enne scomparsa da Brembate di Sopra, nella provincia di Bergamo, il 26 novembre 2010 e trovata tre mesi dopo in un campo incolto a Chignolo d’Isola.
Soddisfatto il manovale accusato e condannato per l’omicidio dell’adolescente: “Non ho mai perso la speranza, sono sempre stato convinto che la giustizia mi darà ragione. Credevo che già i giudici dell’appello ci avessero concesso la perizia sul Dna, con la decisone della Cassazione ora potremo analizzare quei campioni genetici che dimostreranno che io non ho ucciso Yara”.