Oms, errori durante la quarantena. Crisanti: Piano nazionale tamponi non ascoltato
Fanno riflettere le parole del direttore per le emergenze dell’Oms Michael Ryan che dice: “L’aumento vertiginoso dei casi di coronavirus nell’emisfero settentrionale è dovuto al fatto che le persone entrate in contatto con un contagiato non sono state messe in quarantena per un periodo adeguato. Non è accaduto ovunque e in modo sistematico ma sono convinto – ha aggiunto – che sia la principale ragione per la quale stiamo vedendo dei numeri così alti”.
Andrea Crisanti, esperto di malattie infettive dell’Università di Padova, sostiene che il Piano nazionale tamponi da lui stesso proposto al governo nell’agosto scorso non ha ha più avuto riscontri. “Il Piano – scrive Crisanti – si proponeva di dotare l’Italia di una rete di laboratori fissi e mobili per incrementare a 400mila la capacità di effettuare tamponi ed eliminare differenze regionali con l’obiettivo di consolidare i risultati del lockdown e mantenere i contagi a un livello basso che non interferisse con la qualità della vita e le attività produttive.
Convivere col virus significa portarlo al livelli trasmissione bassa in modo da mantenere una qualità di vita decente e portare avanti l’economia. Si fa solo interrompendo le catene di trasmissioni, ma con 10-12mila casi al giorno nessun sistema è in grado di farlo. Con la capacità che abbiamo tra 1.500 e 2mila casi al giorno già non siamo più in grado di fare il tracciamento”, ha aggiunto.
La Lombardia ha intanto deciso di chiedere al governo l’istituzione del coprifuoco in regione dalle 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre. Una proposta voluta all’unanimità, dai sindaci di tutti i Comuni capoluogo della Lombardia, dal presidente dell’Anci, Mauro Guerra, dai capigruppo di maggioranza e di opposizione e dal governatore Attilio Fontana. Spaventano le dichiarazioni dell’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera: “Tra le 400 e le 600 persone potrebbero andare in rianimazione da qua al 31 ottobre se non si riducono, se non si mettono in campo misure restrittive, fino ad arrivare a 4mila persone ricoverate”.
Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris intanto dichiara che in Campania sono rimasti solo 15 posti in terapia intensiva: “Penso ci siano stati errori molto gravi della Regione e non è uno scaricabarile, i numeri parlano da soli. Le persone a casa sono sole, appena aumenta la febbre vanno in ospedale, il virus è fuori controllo, la medicina territoriale è stata smantellata già prima della pandemia. De Luca ha vietato anche ai medici di dire la verità. Il tampone viene fatto dopo molti giorni. Andremo sicuramente al lockdown in Campania”.