Open Arms, altre 13 persone evacuate per motivi medici
Nella ultime ore si è resa necessaria l’evacuazione urgente di 13 persone per motivi medici che si trovavano a bordo della ong spagnola opern Arms, ancora a largo di Lampedusa con oltre 130 migranti. “Cinque evacuazioni urgenti in 14 giorni. Cosa aspettano ad autorizzare lo sbarco di tutte le persone, che l’emergenza medica diventi insostenibile? Quanta crudeltà” – twitta l’Ong che aggiunge – tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L’umanità lo impone”. Ieri sera altri 9 migranti, di cui 5 bisognosi di assistenza per problemi psicologici e 4 familiari, erano stati evacuati dalla nave. I profughi già stanotte sono stati trasferiti dal poliambulatorio dell’isola all’hotspot di contrada Imbriacola.
Al momento la Open Arms è all’ancora a ridosso dell’isola, nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall’entrata del porto. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i suoi movimenti, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un ricorso sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha rinnovato il provvedimento di divieto d’ingresso annunciando ricorso e ribadendo il suo “No” alla sbarco dei migranti.
Il governo spagnolo ha fatto sapere di essere disponibile a collaborare soltanto se anche altri Paesi europei si faranno carico degli immigrati. “Il nostro Paese è disposto a partecipare a una ripartizione equilibrata dei migranti accolti sulla nave attualmente nelle acque territoriali italiane” hanno riferito da Madrid, spiegando che si sta lavorando con la Commissione Ue e altri Stati membri per arrivare a una soluzione comune, europea, ordinata e solidale.
Il premier Giuseppe Conte ha dichiarato che Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo hanno comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono la mano. Intanto, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha spiegato di aver deciso di non firmare il nuovo decreto di Salvini perché non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall’autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati.
Il ministro poi sottolinea di aver preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. “Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità” ha ribadito la Trenta.
Immediata la replica di Salvini: “Umanità non significa aiutare trafficanti e Ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani”. Il ministro dell’Interno sottolinea quindi che sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti.