Papa a Rimini: in Occidente si torna a erigere muri anziché ponti
“Si torna ad erigere muri, invece di costruire ponti”. Si tende ad essere chiusi, invece che aperti all’altro diverso da noi. Cresce l’indifferenza, piuttosto che il desiderio di prendere iniziativa per un cambiamento. Prevale un senso di paura sulla fiducia nel futuro. E ci domandiamo se in questo mezzo secolo il mondo sia diventato più abitabile”, Questo un passaggio del messaggio di Papa Francesco inviato a organizzatori, ai volontari e ai partecipanti al XXXIX Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini in cui parla della situazione attuale dell’Occidente.
Il titolo del Meeting di Comunione e Liberazione ‘Le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice‘, riprende un’espressione di Don Giussani e fa riferimento a quella svolta cruciale avvenuta nella società intorno al Sessantotto, i cui effetti non si sono esauriti a cinquantanni di distanza, tanto che Papa Francesco afferma che “oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca”, ricorda il Pontefice. “Questo interrogativo riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del ’68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti, e a domandarci: che cosa abbiamo imparato? Di che cosa possiamo fare tesoro?”.
Al meeting non sono stati invitati esponenti del M5S a differenza di quelli della Lega. Lo strappo con il Movimento è avvenuto tre anni, quando Mattia Fantinati (sottosegretario 5Stelle al ministero della Pa) definì Cl “una lobby di denaro e di potere”.
Si è parlato anche di pedofilia e dello scandalo negli Usa. Sull’argomento è intervenuto oggi monsignor Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Usa che ha detto: “vedo una preoccupazione seria dei vescovi e anche da parte del Papa. Dobbiamo aiutare questa Chiesa e il Santo Padre a superare questa crisi e questo scandalo”. Così monsignor Christophe Pierre, a Rimini in merito al nuovo scandalo degli abusi su minori e delle loro coperture da parte di sacerdoti e vescovi. “Da tutta la Chiesa servono risposte vere al problema, risposte che non possono essere solo di tipo giuridico”. Perché anche questo scandalo “è un ostacolo per la trasmissione della fede”.