Papa Francesco in Emilia Romagna, appello per la buona politica
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Papa Francesco è a Cesena, per dare il via alla visita che, oltre alla città romagnola, toccherà anche Bologna. Il Pontefice è atterrato in elicottero all’ippodromo. La visita a Cesena prevede un saluto alla città in piazza del Popolo, l’intitolazione di uno spazio cittadino a papa Pio VI, il cesenate Giovanni Angelico Braschi, nel terzo centenario della nascita, quindi l’incontro con la comunità diocesana nella cattedrale.
“La corruzione è il tarlo della vocazione politica, non lascia crescere la civiltà”. Lo ha detto il Papa parlando di fronte alla cittadinanza nella centrale piazza del Popolo. “Il buon politico – ha spiegato il Pontefice – ha anche la propria croce quando vuol essere buono perché deve lasciare tante volte le sue idee personali per prendere le iniziative degli altri e armonizzarle, accomunarli perché sia bene comune. In questo senso il buon politico sente di essere un martire”.
L’appello del Papa è per la “buona politica non quella asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi che non sia nè serva nè padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali. Una politica – ha proseguito – che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.
Il “volto autentico della politica e la sua ragion d’essere”, secondo Papa Bergoglio, sta quindi nel “servizio inestimabile al bene all’intera collettività. E questo è il motivo per cui la dottrina sociale della Chiesa la considera “una nobile forma di carita”, ha spiegato. Per questo il Pontefice invita “i giovani e meno giovani a prepararsi adeguatamente e impegnarsi personalmente in questo campo, assumendo fin dall’inizio la prospettiva del bene comune e respingendo ogni anche minima forma di corruzione”. Incontrando la cittadinanza nella centrale piazza del Popolo, Francesco ha aggiunto: “Vi invito ad esigere dai protagonisti della vita pubblica coerenza d’impegno, preparazione, rettitudine morale, capacità d’iniziativa, longanimità, pazienza e forza d’animo nell’affrontare le sfide di oggi, senza tuttavia pretendere un’impossibile perfezione. Le vicende umane e storiche e la complessità dei problemi non permettono di risolvere tutto e subito”.
Un sano realismo – ha aggiunto il Pontefice – sa che anche la migliore classe dirigente non può risolvere in un baleno tutte le questioni. Per rendersene conto basta provare ad agire di persona invece di limitarsi a osservare e criticare dal balcone l’operato degli altri. Si troverà in tal modo la forza di assumersi le responsabilità che ci competono, comprendendo al tempo stesso che, pur con l’aiuto di Dio e la collaborazione degli uomini, accadrà comunque di commettere degli sbagli”.