Ragazza uccisa a Molfetta. Fermato a Bari il presunto killer. Emiliano: “Lo Stato intervenga”
L’ipotesi della lotta tra clan mafiosi dietro la morte della 19enne Antonella Lopez, raggiunta da colpi di pistola durante una lite tra gruppi di giovani a Molfetta in provincia di Bari all’esterno del locale Bahia Beach. Il vero bersaglio, secondo le indagini, era l’amico della ragazza, il 20enne rampollo del clan del rione Japigia, Eugenio Palermiti, rimasto ferito assieme ad altre tre persone.
Fermato a Bari il presunto killer. Si tratterebbe del 21enne Michele Lavopa, già noto alle forze dell’ordine. Il ragazzo, che è stato arrestato nella sua casa nel quartiere San Paolo di Bari, ha confessato e ha detto ai militari di aver gettato in mare l’arma usata per il delitto.
Stando a quanto emerso dalle indagini, il killer avrebbe sparato al culmine di un litigio sorto per futili motivi. Esplosi almeno sei i colpi di arma da fuoco che, oltre ad uccidere la 19enne, hanno raggiunto altri 4 uomini originari di Bari, due 20enni, tra cui Palermiti, un 25enne e un 22enne, tutti medicati e ricoverati presso l’ospedale di Bari, non in pericolo di vita.
Le violenze sono proseguite anche in ospedale. Uno dei feriti, pare proprio Palermiti, ha infatti inveito contro il personale sanitario del Pronto soccorso del Policlinico di Bari e scaricato la sua rabbia su uno dei Pc dell’ambulatorio danneggiandolo. I medici l’hanno poi calmato. Dei ricoverati dopo l’agguato, due si trovano nel reparto di Ortopedia e l’altro in Chirurgia plastica del Policlinico.
La giovane vittima era la nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato compiuto sul lungomare IX maggio di Bari, nel rione San Girolamo, il 29 settembre 2021. Secondo l’accusa il delitto fu commissionato dal clan mafioso Capriati di Bari vecchia e dal clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli Strisciuglio che avevano il predominio dei quartieri San Paolo e San Girolamo.
Il Bahia Beach è stato sottoposto a sequestro probatorio, in base all’articolo 354 del codice di procedura penale, con lo scopo di raccogliere tutti gli elementi utili all’indagine.
Emiliano: “Un dramma annunciato, lo Stato intervenga”. Per il presidente della Regione Puglia: “Non si possono escludere nuovi eventi nell’immediato collegati a questo gravissimo omicidio”. “Il fenomeno – ricorda ancora Emiliano – ha già provocato il ferimento di una ragazza a Trani e addirittura la morte a Barletta di un bravo ragazzo la cui perdita ha sconvolto l’intera comunità. Serve uno scatto investigativo importante e coordinato e il supporto dell’intera cittadinanza. I gestori delle discoteche e dei locali, vittime anch’essi di questa dinamica probabilmente mafiosa, avevano dato l’allarme per tempo e sono pronti a collaborare per la tutela dei nostri ragazzi e delle loro attività”.
“Andare ai funerali, fare i post su Facebook e attuare temporanei momenti di controllo non basta più: occorre far sentire a questa gente la forza dello Stato e alle vittime dei continui atti di violenza la sicurezza cui hanno diritto. La Puglia non può tornare indietro. La nostra reazione deve essere durissima”, ha poi concluso Emiliano.