Rogo Thyssenkrupp: la Cassazione boccia i ricorsi, giuste le condanne
Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Non c’è stato alcun errore nella sentenza di condanna definitiva per il rogo avvenuto allo stabilimento torinese della Thyssenkrupp, in cui, nel dicembre 2007, persero la vita 7 operai. Così la terza sezione penale della Cassazione ha bocciato, dichiarandoli inammissibili, i ricorsi straordinari presentati dall’ad della Thyssen Harald Espenhahn, dai dirigenti Gerald Priegnitz, Marco Pucci e Daniele Moroni contro il verdetto che la Suprema Corte – quarta sezione penale – pronunciò il 13 maggio 2016.
Lo scorso 13 maggio la stessa Cassazione aveva confermato le condanne dell’appello-bis per sei imputati per il disastro alla Thyssen. Restano, invece, al momento in libertà i due principali condannati, ovvero l’amministratore delegato Espenhahn e il direttore generale Priegnitz, entrambi di nazionalità tedesca. Per entrambi, infatti, è stato emesso un mandato di cattura europeo che finora non ha avuto esecuzione.
Nei primi mesi del 2017 l’Italia ha chiesto all’autorità giudiziaria tedesca di riconoscere la sentenza e fare scontare in Germania la relativa pena a carico delle due persone coinvolte. Giovedì scorso è stato lo stesso ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a chiedere formalmente al governo tedesco di dare esecuzione alla sentenza per i due dirigenti, ad oggi liberi.