Silvia Romano: nuovo arresto in Kenya per ritrovare la volontaria rapita
Si stringe il cerchio intorno ai rapitori della volontaria italiana rapita in Kenya la sera del 20 novembre. Un’ importante svolta nel caso di Silvia Romano, potrebbe arrivare dall’arresto di un terzo ufficiale kenyota, con l’accusa di essere legato ai banditi che hanno in mano la volontaria milanese. L’uomo è un alto graduato del Kws (Kenya Wildlife Service), i guardaparco che da settimane collaborano alle ricerche della ragazza lungo il Tana River.
L’uomo sarebbe stato tradito da una telefonata di troppo, come rivela l’emittente Ntv, proprio come il sergente Abdullahi Bille e suo fratello, arrestati nei giorni scorsi poiché sorpresi a fornire supporto alla gang dei rapitori. Nella Dakatch Forest nei pressi della Somalia, luogo dove si ipotizza che sia stata portata la ragazza sequestrata il 20 novembre, sono comuni le connivenze tra i guardaparco e i gruppi criminali. Gli investigatori, comunque mantengono un certo riserbo sugli arresti anche per evitare intoppo nelle indagini e nella caccia ai rapitori.
La zona delle ricerche si trova a sud del fiume Tana, attraversato il quale si entra in un’area che potrebbe portare i sequestratori facilmente in Somalia. Ipotesi che gli inquirenti escludono avendo, a detta loro, chiuso ogni via di fuga verso quel paese.
Milanese, 23 anni e un grande amore per l’Africa, Silvia Romano, è stata rapita nella zona di Chakama, a circa 80 km da Malindi. Istruttrice di ginnastica, era impegnata, tra le altre cose, in una raccolta fondi della onlus “Africa Milele Onlus” finalizzata all’acquisto di una cisterna per il recupero dell’acqua piovana dal tetto di una ludoteca.