Sparatorie nel Vibonese: identificato lʼassassino in fuga
Il killer, Francesco Olivieri, ancora in fuga. Si tratta di un uomo, 32 anni, definito dagli investigatori un “soggetto problematico”. Al momento l’omicida è ricercato dai carabinieri di Vibo Valentia che hanno attivato battute nelle campagne di Limbadi dopo che è stata ritrovata la sua auto, una Fiat Panda.
I fatti: Francesco Olivieri a bordo della sua auto, si è fermato davanti ad un bar a Limbadi ed è sceso imbracciando un fucile. Una volta dentro ha sparato due colpi contro tre uomini che stavano giocando a carte. Due sono stati feriti solo di striscio, praticamente illesi, mentre è rimasto ferito in modo non grave Pantaleone Timpano. Subito dopo l’uomo è uscito, è rimontato in auto ed ha fatto pochi chilometri per spostarsi a Nicotera.
Qui è entrato nell’abitazione di Giuseppina Mollese, di 69 anni, e le ha sparato contro una fucilata che ha raggiunto la donna all’addome. Poi è uscito, imbracciando sempre il fucile ed è andato a casa di Michele Valarioti, 63 anni, dove la moglie ha aperto la porta all’assassino che appena entrato ha sparato uccidendo l’uomo sul colpo, mentre la donna è stata soccorsa e portata in eliambulanza nell’ospedale di Catanzaro dove è morta in sala operatoria.
Olivieri si è poi allontanato nuovamente a bordo della sua Panda che ha abbandonato nelle campagne di Limbadi proseguendo la fuga a piedi. Immediatamente è scattata una gigantesca caccia all’uomo condotta da carabinieri e polizia.
Oltre a cercare il 32enne i carabinieri cercano il movente. Le persone finite nel mirino dello sparatore non risultano imparentate tra loro e neanche con Olivieri. Al momento si valutando due episodi del passato. Una ventina d’anni fa il figlio di Giuseppina Mollese, Ignazio Saccomanno, fu ucciso in un agguato. Stessa sorte toccata ad un fratello di Francesco Olivieri, Mario, assassinato nel 1997. L’attenzione degli investigatori si è incentrata su quegli episodi per verificare se possano essere stati collegati tra loro e, soprattutto, se possano spiegare quello che è successo.