Spionaggio, Walter Biot non risponde al gip: resta in carcere
Ha scelto il silenzio Walter Biot. Il capitano di fregata della Marina militare italiana, arrestato per spionaggio, su richiesta della Procura di Roma, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia svolto da remoto dal carcere capitolino di Regina Coeli. Al magistrato ha solo detto di essere “frastornato e disorientato per l’accaduto” pur assicurando di voler chiarire la sua posizione ma solo dopo “aver raccolto le idee”. Il legale ha chiesto al giudice gli arresti domiciliari. Una richiesta osteggiata dalla procura di Roma. Il gip, Antonella Minunni, ha infatti convalidato l’arresto: Biot resta in carcere a Regina Coeli.
Biot era stato arrestato martedì, colto in flagranza, in un parcheggio della periferia romana, a Spinaceto, durante la consegna a un funzionario dell’ufficio militare dell’ambasciata russa di una chiavetta usb in cambio di 5mila euro. Sul supporto elettronico vi sarebbero custoditi documenti classificati.
A quanto pare, lo scambio di documenti interrotto due giorni fa da un’operazione dei carabinieri del Ros, sarebbe stato solo l’ultimo di una lunga serie che il 56enne, avrebbe avuto con i russi. Secondo indagini dell’Aise l’uomo sarebbe stato reclutato già da alcuni mesi.
Nel frattempo Aleksej Nemudrov e Dmitrij Ostroukhov, i due funzionari dell’ambasciata russa a Roma espulsi in seguito alla scoperta del caso di spionaggio, hanno già lasciato il nostro Paese.