Strage di Paderno Dugnano (Milano): le vittime sono state colpite con 68 coltellate

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Strage di Paderno Dugnano (Milano), le vittime sono state colpite con 68 coltellate. Il padre Fabio e la madre Daniela sono stati raggiunti dai fendenti mentre soccorrevano l’altro figlio 12enne, ucciso per primo nel sonno.

Il 17enne che davanti ai pm ha parlato di un atto di emancipazione, ha raccontato agli inquirenti alcuni dettagli di quella notte: “non ho riflettuto, perché se avessi riflettuto non lo avrei fatto. Ho agito di impulso”. Sono queste le confessioni del 17enne al suo avvocato Amedeo Rizza, che questa mattina lo ha incontrato al carcere minorile Beccaria di Milano, dove il giovane è detenuto da domenica scorsa. “Lui – ha spiegato il legale – è dispiaciuto non per sé, perché sa che dovrà affrontare una situazione carceraria, ma per le vite che non ci sono più, perché adesso lo capisce”.

“Pensavo che uccidendoli avrei potuto vivere in solitaria”. Il giovane parla di “un atto di emancipazione dalla famiglia. Così pensavo che sarei stato libero. Già la sera prima avevo intenzione di farlo, ma non ne ero convinto”.

Il ragazzo ha ucciso prima il fratello di 12 anni, poi la madre e il padre con decine di coltellate: “Quando avevo il coltello in mano ho iniziato, e da lì ho deciso di non fermarmi perché pensavo che sarebbe stato peggio. Non ricordo quante coltellate ho dato a mio fratello, erano tante”, avrebbe detto il giovane secondo quanto riporta ‘Il Corriere della Sera’. E in merito al numero di coltellate, l’avvocato ha aggiunto: al momento del delitto “non si è reso conto. Sono tante, sì. Anche quello potrebbe rappresentare il fatto che non era in sé. Dipende da come si legge la questione”.

Il 17enne, ha chiesto nuovamente di poter incontrare i nonni. “Ha chiesto dei familiari, che in questo momento sono i nonni, la zia, e di quando potrà avere un colloquio con loro. Dopo la decisione di convalida di domani, potrà”, ha chiarito il suo avvocato. Il nonno materno intanto ha fatto sapere: “Non lo abbandoneremo mai, gli staremo sempre vicino”.

Il ragazzo, dovrebbe essere riascoltato domani nell’interrogatorio di convalida, davanti al gip per i minorenni di Milano, Laura Margherita Pietrasanta. In queste ore vengono invece fissate le autopsie. Oltre ai previsti colloqui con educatori e psicologi, il 17enne ha chiesto di potersi confessare con don Claudio Burgio, cappellano del Beccaria. “Ho trovato un ragazzo fragile, chiaramente provato ma molto lucido e in grado di comunicare”, ha spiegato il sacerdote a Famiglia Cristiana aggiungendo: “Quello che ho percepito, e che riscontro in tanti ragazzi che vivono con me in comunità, è che c’è un vuoto interiore profondo”.

Il difensore del 17enne ha fatto sapere che verrà nominato un consulente, perché “solo un medico ci potrà dire se questo disagio” di cui il giovane ha parlato “sia in realtà un disturbo più grave”. Sulle motivazioni del gesto “non c’è ancora una spiegazione plausibile, ce ne fosse mai una”.