Strage di via d’Amelio: Palermo ricorda Borsellino 27 anni dopo
Ventisette anni fa, in via D’Amelio, a Palermo, veniva ucciso il giudice Paolo Borsellino. Con lui morirono gli uomini della sua scorta Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto in una squadra di agenti addetta alle scorte, Agostino Catalano, 42 anni, Vincenzo Li Muli, 22 anni, Walter Eddie Cosina, 31 anni, e Claudio Traina, 27 anni.
Era il 19 luglio 1992, quando una Fiat 126 contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo saltò in aria, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino e presso la quale il giudice quella domenica si stava recando in visita. L’attentato, di stampo mafioso, fu il secondo nel giro di soli due mesi: il 23 maggio 1992 era toccata la stessa sorte a Giovanni Falcone, rimasto ucciso nella strage di Capaci.
E ventisette anni dopo la strage di Via d’Amelio, Palermo ricorda Borsellino. Lo fa per la prima volta senza Rita, la moglie del giudice, morta lo scorso anno. “Quest’anno mi riesce più difficile partecipare alle celebrazioni perché non c’è Rita – ha detto detto il fratello Salvatore Borsellino – ma sono felice che, per la prima volta, questo anniversario sia stato programmato insieme dal movimento delle Agende rosse e dal Centro studi Paolo Borsellino. Per me non si tratta solo di fare memoria, ma di lotta perché ogni volta dobbiamo ricordare che a ucciderlo non è stato il nemico, bensì il fuoco che proveniva dalle sue spalle, da chi doveva combattere insieme a lui. Per questo per me memoria significa lotta”.
Alle 9 di questa mattina il presidente della Regione Nello Musumeci si è recato sul luogo dell’eccidio per deporre una corona di fiori. Successivamente, davanti all’albero della Pace di Via D’Amelio la manifestazione “Coloriamo Via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani”. Alle 16.58, l’orario preciso dell’esplosione della bomba, ci sarà il minuto di silenzio.