Strage di Viareggio: una vergogna tutta Italiana. Dopo 11 anni si aspetta ancora una sentenza
La strage di Viareggio approda oggi in Cassazione, dopo 11 anni e 32 morti che chiedono ancora giustizia, insieme ai loro parenti che si sono radunati stamani davanti al Comune della loro città per ricordare che oggi a Roma inizia il processo.
A causa del Coronavirus, i familiari non hanno potuto, per la prima volta in tanti anni di processo, essere presenti nelle aule giudiziarie, così anche se non sono a Roma, hanno deciso di portare avanti questa iniziativa fatta nel rispetto del distanziamento. I familiari hanno chiesto la diretta online, ma la domanda non è stata accolta.
Su Facebook ieri il post de “Il Mondo Che Vorrei Onlus Viareggio”, l’organizzazione dei parenti delle vittime. “Domani il disastro ferroviario di Viareggio arriva in Cassazione e sabato avremo la sentenza definitiva. Comunque vada, resta per sempre quello che ha detto il 29 giugno 2020 il Ministro di Giustizia Alfonso Bonafede in visita a Viareggio: “Lo Stato deve dire grazie quotidianamente ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che ogni giorno nel loro dolore rappresentano un esempio di cittadinanza attiva”. Grazie. Noi ci siamo, lì, tutti. Forza!”
I fatti di quel 29 giugno del 2009. Era circa mezzanotte, quando un treno carico di gpl, partito da Trecate e diretto a Gricignano, attraversò a 90 chilometri all’ora la stazione di Viareggio, in mezzo al centro abitato. Un assile, cioè la parte del carrello sotto la cisterna che collega due ruote, arrugginito ma coperto in quel punto da più mani di vernice, si spezza, nonostante avesse superato tutti i controlli. La cisterna deraglia e, ancora in corsa, impatta su un elemento della ferrovia che, squarcia la cisterna rovesciata. Il macchinista, capendo quello che sta per succedere, scappa e dà l’allarme. Il gpl, fuoriuscendo dalla cisterna. E’ l’inferno sceso in terra.
In pochi minuti si innesca un flash fire, una palla di fuoco alta più dei palazzi, visibile da tutta la Versilia. Nessuno capisce cosa sia successo, anche i soccorritori sono disorientati. Quella tragica notte, ma anche a distanza di mesi, tra atroci agonie, moriranno 32 persone, tra cui 3 bambini.
Completa innocenza: è la linea adottata da tutti gli imputati, dai manager di spicco del gruppo Ferrovie dello Stato, agli operai delle società della manutenzione del carro di gpl che deragliò. Tra i vari reati, solo quelli di omicidio colposo plurimo e di disastro ferroviario sono rimasti in piedi. Gli altri, come le lesioni colpose plurime gravi e gravissime e l’incendio colposo, sono già prescritti. Una cosa inaccettabile per i parenti delle vittime che quelle fiamme le hanno viste sulla pelle dei propri cari, per quell’incendio le persone sono morte e proprio l’incendio invece, è il reato derubricato. Un duro colpo per la giustizia di uno Stato democratico.
La sentenza è attesa entro il 5 dicembre. Cosa succederebbe se la Cassazione dovesse confermare le condanne della Corte d’Appello di Firenze? Per gli imputati si aprirebbero subito le porte del carcere. Ma il risultato non è scontato perché dalla loro parte c’è uno stuolo di principi del foro. Tra i difensori di Mauro Moretti (ex ad di Fs e di Rfi), spicca ad esempio il nome di Franco Coppi, già difensore di Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi, mentre per alcune società di Ferrovie ci sarà l’avvocata Paola Severino, ex ministro di Giustizia.
Tra gli scenari possibili e a questo punto non improbabili, c’è anche quello per cui la Cassazione non riconosca l’aggravante dell’incidente sul lavoro, sostenuta dai giudici in appello. Aggravante che finora ha evitato la prescrizione per il reato di omicidio colposo plurimo. Se l’aggravante cadesse, quindi, sparirebbe anche il reato, così come le relative condanne.
Grazie alla battaglia dei familiari, il processo di Viareggio ha dato spinta al dibattito sulla riforma della prescrizione, fino a dare il nome alla legge voluta dal ministro di Giustizia Alfonso Bonafede, ribattezzata appunto ‘legge Viareggio’, che ferma lo scorrere della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. “Lo Stato deve dire grazie quotidianamente” ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che “ogni giorno nel loro dolore rappresentano un esempio di cittadinanza attiva”, ha dichiarato Bonafede, in visita a Viareggio, nell’ultimo anniversario del disastro e come ripreso dal post della Onlus.