Strage nel Palermitano: arrestati due complici. Si indaga sulla figlia risparmiata dal padre
I complici di Giovanni Barreca, autore della strage familiare di Altavilla Milicia (Palermo), sono anche loro due fanatici religiosi. Si tratta di una coppia, Sabrina Fina e Massimo Carandente, fermati dai carabinieri domenica sera. I due avrebbero conosciuto Barreca durante incontri di preghiera. Come per il muratore 54enne reo confesso, le accuse sono di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. Al loro avvocato, i due si sarebbero dichiarati innocenti.
Intanto la figlia ancora viva di Giovanni Barreca viene descritta come succube del padre, per lui aveva una sorta di venerazione. Non sono ancora chiari i motivi per cui la ragazza, 17 anni, sia stata risparmiata. Quando i carabinieri sono arrivati nella casa dell’orrore di Altavilla Milicia (Palermo), l’hanno trovata illesa e sotto shock. “Hanno fatto un esorcismo: volevano liberarli dal demonio”, ha sussurrato agli investigatori. Se fosse alterata da droghe o farmaci, lo diranno gli esami tossicologici.
Le fasi del delitto. La 42enne Antonella Salamone, moglie di Barreca, sarebbe stata uccisa per prima, si ipotizza una decina di giorni fa. Difficile anche per i medici legali che dovranno eseguire l’autopsia chiarire come sia stata assassinata e l’esatta data della morte. Della vittima sono stati trovati solo pochi resti carbonizzati. Poi è toccato ai fratellini Barreca che, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, basate anche sulla confessione di Barreca e sul racconto della figlia 17enne, prima di essere soffocati sarebbero stati sottoposti a sevizie. Sui corpi sono stati trovati lividi e ferite.