Treno deragliato: 5 tecnici di Rfi indagati. Eseguita l’autopsia sui macchinisti morti
I 5 tecnici di Rfi sono indagati dalla Procura di Lodi perché, durante le operazioni di manutenzione dello scambio in prossimità del quale è deragliato il Frecciarossa 9595 Milano-Salerno, avrebbero svolto “l’attività in modo non adeguato”, così che il convoglio è finito su binari di servizio, non destinati al traffico ordinario, poiché non in grado di sostenere l’Alta velocità. E’ quanto si legge nell’avviso di garanzia consegnato agli operai indagati per il disastro ferroviario avvenuto giovedì mattina a Ospedaletto Lodigiano, che è costato la vita ai due macchinisti e che ha provocato il ferimento di 31 persone tra viaggiatori e personale.
La Procura di Lodi ha poi precisato il motivo dell’iscrizione nel registro degli indagati dei cinque operai, intervenuti l’altra notte nel cantiere al posto di movimento di Livraga intorno allo scambio dove il treno dell’Alta velocità è deragliato: “E’ un atto necessario per lo svolgimento, in forma garantita, degli accertamenti tecnici irripetibili”.
Lunedì verrà dato formalmente l’incarico ai periti “due consulenti dotati di grande esperienza” che, per conto dei magistrati, dovranno ricostruire l’accaduto.
Oggi “è stata, inoltre, effettuata l’autopsia sui corpi dei macchinisti deceduti, così da rendere disponibili il prima possibile, le salme per lo svolgimento delle esequie”, mentre i consulenti della Procura di Lodi che riceveranno il formale incarico lunedì, dovranno svolgere, “al più presto, le attività irripetibili volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi a esso collegati” riguardo al Frecciarossa deragliato.
Secondo un particolare emerso dai primi accertamenti tecnici, condotti da Polfer e vigili del fuoco, il treno Av 9595 andava quasi alla massima velocità prevista, circa 290 chilometri orari.
Tre hard disk contenenti filmati del deragliamento sono stati sequestrati dagli agenti della Polizia ferroviaria. Sotto sequestro anche tutte le carrozze del treno, così come la scatola del sistema informativo di condotta Dis recuperato nella carrozza di testa: quella scaraventata in aria dall’impatto. Sequestrati anche il libretto statistico della manutenzione del Posto Movimento con le annotazioni a dal 14 giugno del 2018, il modello della corrispondenza telefonica dello stesso Posto Movimento dal 10 marzo del 2014 alle prime ore di giovedì scorso, i binari Alta Velocità e quelli di servizio adiacenti. Ai sequestri erano presenti il direttore territoriale Produzione Emilia Romagna di Rfi e il dirigente responsabile della Manutenzione impianti Av Trenitalia di Milano.
La Procura assicura in una nota che: “le ulteriori indagini continuano con grande impegno da parte di tutte le forze di polizia coinvolte nelle complesse attività investigative coordinate da questa Procura e si auspica che esse portino in tempi ragionevolmente brevi all’accertamento delle eventuali responsabilità”.
I sindacati, che ieri hanno indetto due ore di sciopero, rifiutano l’ipotesi di un errore umano commesso dalla squadra di cinque operai che erano intervenuti sullo scambio poco prima come unica causa dell’incidente. I lavoratori, seguendo una normale procedura, sono stati intanto destinati ad incarichi di ufficio, in attesa degli esiti delle inchieste aperte dalle Ferrovie e dalla Procura di Lodi.