Trieste Running Festival, stop agli atleti africani
Al Trieste Running Festival non parteciperanno atleti africani. L’annuncio è arrivato via Facebook dal project manager dell’evento Fabio Carini, che ha spiegato come la scelta è una protesta contro il “mercimonio di eccellenti corridori africani sfruttati da manager che si arricchiscono sulla pelle e sulle gambe altrui”. Non solo. Carini ha sottolineato, sempre sul social network come si sia scoperchiato un vaso di Pandora che contiene problematiche molto più ampie, e spera che il gesto possa aprire una nuova era per lo sport fondato solo ed esclusivamente sui valori.
Ovviamente le reazioni non sono tardate ad arrivare, ma i primi a farsi sentire non sono stati gli sportivi bensì i politici. Andiamo con ordine. Il sottosegretario con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, dopo aver annunciato l’apertura di un’inchiesta ha detto “Sbagliato escludere gli atleti africani. Ma attenzione perché il malessere esploso a Trieste nasconde l’ennesimo sfruttamento, quelli che chiamo gli scafisti dello sport“.Più diretti i commenti invece degli esponenti della sinistra, che richiamano il sud degli Stati Uniti degli anni ’50 in cui le discriminazioni razziali erano all’ordine del giorno.
Francesco Russo, del Partito Democratico, ha bollato l’evento come “una mezza maratona per soli bianchi”. A fargli eco il senatore dem Davide Faraone, che ha sottolineato come “Vietare la partecipazione alla maratona di Trieste agli atleti africani va contro la Costituzione” aggiungendo poi che è un atto palesemente razzista ed è per questo che i partner istituzionali, quali il Coni e la Fidal dovrebbero immediatamente prendere le distanze dagli organizzatori”.
Ha annunciato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda Nicola Fratoianni di LeU, che reputa nobile l’intento ma si chiede anche quali denunce siano state fatte in passato dagli organizzatori verso le autorità sportive e giudiziarie per episodi simili.
Pronta la risposta di Carini, che cerca di smorzare ogni tipo di polemica portando i numeri delle iscrizioni nella tre giorni giuliana: oltre 10mila atleti da 28 paesi del mondo. “Ora, è il momento che da questa Trieste, città multiculturale, si dica basta allo sport che non è etico”, ha aggiunto il project manager, che oltre a fronteggiare le polemiche politiche deve anche combattere contro l’ondata di indignazione che arriva via social.
Gli appuntamenti al momento non cambiano. Dal 3 al 5 maggio a Trieste si corre.