Zingarelli 2020, “L’indifferenza è complice”: la definizione di Liliana Segre
“L’indifferenza è complice dei misfatti peggiori”. Lo scrive Liliana Segre nella “definizione d’autore” che la senatrice a vita, superstite dell’Olocausto e testimone della Shoah italiana, ha scritto per il vocabolario Zingarelli 2020. “L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male – scrive Segre – perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori”. La testimone dell’Olocausto cita Antonio Gramsci: “Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. Le parole di un grande intellettuale e uomo politico, “rendono bene il senso di una malattia morale che può essere anche una malattia mortale”.
Parole cui ha fatto eco oggi, nell’Angelus, Papa Francesco: “Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Domani siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più”.
Domani intanto ricorre la Giornata della Memoria, l’anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In occasione del 75esimo anniversario sono previsti molti appuntamenti in Italia. Alla Camera dei Deputati sarà proiettato il documentario “Una tragedia italiana” dedicato agli eccidi tra Emilia-Romagna e Toscana dopo l’8 settembre del 1943.
Proprio alla vigilia del giorno della Memoria il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, durante una cerimonia al Teatro Goldoni, ha reso nota “la personale volontà di proporre al Consiglio comunale di assegnare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre”. “Assieme, uniti, abbiamo il comune obiettivo di costruire ponti di pace per fare in modo che il Giorno della memoria rimanga vivo in ogni gesto e in ogni pensiero della nostra vita quotidiana – ha aggiunto – Anche da Venezia deve partire il grande messaggio che ‘noi non abbiamo paura’”. E ancora: “Già in passato, pur essendo io cattolico ho indossato in qualche occasione la kippah; voglio continuare a farlo per ribadire l’amicizia e la solidarietà al mondo ebraico”. Infine ha sottolineato la presenza di minacce contro gli ebrei, anche ai giorni nostri: “Nel Vecchio Continente esiste un nuovo antisemitismo che colpisce gli ebrei ogni giorno, costringendoli a nascondersi ed occultare i simboli della propria fede per paura di ‘provocare’ una reazione. Difendendo il diritto di ciascun ebreo di sentirsi e mostrarsi ebreo, noi difendiamo l’Occidente, la nostra identità, i nostri valori, i nostri diritti e i nostri doveri, la nostra storia”.